Patrizio Gonnella

Osservare per conoscere

Siamo al diciottesimo Rapporto sulle condizioni di detenzione. Era il lontano 1998 quando chiedemmo all’allora capo del Dap, l’indimenticabile Sandro Margara, di essere autorizzati a visitare gli istituti penitenziari con prerogative assimilabili a quelle dei parlamentari. Con la sua naturale schiettezza e lealtà istituzionale Sandro Margara ci rispose: “perché no?”. Così negli ultimi ventiquattro anni abbiamo effettuato più o meno duemila visite nelle carceri italiane nonché pubblicato ben diciotto rapporti. Quando abbiamo iniziato, in un’era non digitale, era inimmaginabile raggiungere questi numeri.

Abbiamo sempre cercato di portare avanti il nostro lavoro di osservazione con uno spirito allo stesso tempo sia critico che di cooperazione costruttiva. Abbiamo usato le autorizzazioni ad entrare in carcere con sobrietà e rigore. In questi anni intorno all’Osservatorio di Antigone si è formata una comunità di esperti e di giovani che hanno coniugato professionalità e attivismo. L’Osservatorio di Antigone vuole avere una triplice funzione: visitare per prevenire, visitare per conoscere, visitare per informare. Siamo grati all’Amministrazione Penitenziaria che, salvo brevi e lontane parentesi, ci ha sempre consentito di svolgere la nostra funzione di monitoraggio. Quando abbiamo iniziato nel 1998 non esisteva ancora il Protocollo Addizionale alla Convenzione contro la tortura e non era ancora stata approvata la legge istitutiva del Garante Nazionale delle persone private della libertà con le sue funzioni di National Preventive Mechanism. Oggi, di fronte a un’architettura istituzionale più completa, resta in piedi il senso di una società civile impegnata sul fronte del prison monitoring.

Negli anni scorsi abbiamo vissuto momenti difficili con la deriva etica e politica che ha portato alla criminalizzazione delle organizzazioni non governative, non solo quelle coinvolte nel lavoro a favore dei diritti dei migranti. Un movimento tellurico populista e illiberale ha cercato di far male a quegli anticorpi democratici che sono le associazioni, i movimenti, nonché tutto il mondo della solidarietà e del terzo settore. Sono poi arrivate la pandemia e la guerra a resettare le priorità sociali, culturali, economiche, umane nel paese. E in questo clima diverso si inseriscono le scelte di affidare a personalità di alto profilo sia la presidenza della Commissione ministeriale per l’innovazione penitenziaria, sia la stessa direzione generale dell’amministrazione penitenziaria.

Con la nostra determinatezza, il nostro rigore (scientifico e ideale), la nostra esperienza vogliamo contribuire a rendere sempre meno vistoso il gap tra pena effettiva e pena legale. Dunque mettiamo le nostre osservazioni, le nostre relazioni tematiche, le nostre riflessioni critiche a disposizione per costruire una comune visione costituzionale della pena.

Questo Rapporto, la vita stessa dell’Osservatorio sulle condizioni di detenzione di Antigone, non sarebbero stati possibili senza la straordinaria generosità delle Osservatrice e degli Osservatori. I loro sguardi non assuefatti e non rassegnati sono quelli di cui il nostro Paese ha bisogno per guardare “oltre”.

Ringraziamo dunque l’impegno volontario di tutti i nostri Osservatori:

Rosalba Altopiedi, Sofia Antonelli, Carolina Antonucci, Giuseppe Apprendi, Perla Arianna Allegri, Daniela Attili, Chiara Babetto, Agnese Baini, Dafne Ballerini, Alessandra Ballerini, Hassan Bassi, Sara Bauli, Sergio Besi, Paola Bevere, Giulia Boldi, Martina Bondone, Lucia Borghi, Federica Brioschi, Antionio Bruzzì, Sara Cacciotella, Antonella Calcaterra, Valentina Calderone, Francesca Cancellaro, Francesca Cantone, Elisa Assunta Cascione, Carlotta Cherchi, Filomena Chiarelli, Giuseppe Chiodo, Mariacristina Ciambrone, Paolo Cimini, Noemi Cionfoli, Marco Colacurci, Paolo Conte, Laura Crescentini, Francesca Darpetti, Elia De Caro, Edoardo De Marchi, Simona Di Dio, Carolina di Luciano, Antonella Distefano, Giulia Fabini, Francesca Fanti, Gian Mario Fazzini, Emanuela Fellin, Alice Franchina, Franca Garreffa, Alfiero Gennaretti, Mariachiara Gentile, Iolanda Ghibaudi, Chiara Giallombardo, Ilaria Giugni, Patrizio Gonnella, Federica Graziani, Lorenzo Grignani, Marika La Pietra, Francesco Leone, Laura Lo Verde, Jessica Lorenzon, Alessandro Maculan, Barbara Mancino, Susanna Marietti, Simona Materia, Michele Miravalle, Michele Miravalle, Stefania Muresu, Sara Pantoni, Sonia Paone, Claudio Paterniti Martello, Maria Pia Scarciglia, Ilaria Piccinno, Davide Piccirillo, Emiliano Pintori, Chiara Princivalli, Daniele Pulino, Sonia Randazzo, Alberto Rizzerio, Maddalena Rodelli, Luigi Romano, Daniela Ronco, Daniela Ronco, Nicola Rossi, Francesco Santin, Alvise Sbraccia, Alessio Scandurra, Alessio Scandurra, Luca Sterchele, Alessandro Stomeo, Ciro Tarantino, Lorenzo Tardella, Giulia Torbidoni, Giovanni Torrente, Valeria Verdolini, Carlotta Vignali, Enrico Helmut Vincenzini, Francesco Volpi, Fabian Volti.

Dal 1998 il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ci autorizza a visitare gli istituti di pena. Fu Alessandro Margara a darci la prima autorizzazione e lo ricordiamo con immenso affetto e gratitudine. Ringraziamo il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Carlo Renoldi, e Gemma Tuccillo, capo del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, per averci consentito di svolgere in piena trasparenza il nostro lavoro di osservazione.

Buona lettura.