L’andamento dei delitti denunciati negli ultimi cinque anni (2018-2023) presenta una dinamica caratterizzata inizialmente da una fase di contrazione e successivamente da una ripresa.
L’andamento dei delitti denunciati negli ultimi cinque anni (2018-2023) presenta una dinamica caratterizzata inizialmente da una fase di contrazione e successivamente da una ripresa. Nel 2018, il numero di reati registrati si attestava a 2.371.806, segnando l’inizio di un trend discendente che ha portato a un minimo nel 2020, con 1.900.624 casi. Questo significativo calo è stato influenzato dalle stringenti restrizioni alla mobilità e alle interazioni sociali imposte durante la pandemia di COVID-19.
Tuttavia, a partire dal 2020, si è osservata un’inversione di tendenza, con un progressivo aumento annuale del numero di delitti denunciati. Questa crescita è culminata nel 2023, quando sono stati registrati 2.341.574 delitti. Nonostante questo incremento nel triennio finale, è importante notare che il dato del 2023 rimane inferiore dell’1,28% rispetto al picco del 2018, suggerendo un complessivo decremento nell’arco dei cinque anni considerati.
Un’analisi più approfondita dei primi semestri del quinquennio 2019-2024 mostra che nel primo semestre del 2019, le denunce avevano raggiunto quota 1.149.414. Confrontando questo dato con quello del primo semestre del 2024, si evidenzia una diminuzione, con 1.121.866 denunce. Questo calo non è solo significativo rispetto all’inizio del periodo analizzato, ma si manifesta anche rispetto al primo semestre dell’anno precedente (2023), quando le denunce si erano attestate a 1.134.766.
Questi dati semestrali suggeriscono una possibile nuova fase di contrazione della criminalità, almeno nella prima parte degli anni più recenti.
Appare opportuno riportare l’andamento dei dati relativi al reato contro il patrimonio maggiormente commesso, nello specifico il furto.
In Italia, i furti hanno registrato un calo significativo del 14,4% tra il 2018 e il 2023, passando da 1.192.592 a 1.021.116 denunce.
In Italia, i furti hanno registrato un calo significativo del 14,4% tra il 2018 e il 2023, passando da 1.192.592 a 1.021.116 denunce. L’analisi dei primi semestri degli ultimi cinque anni conferma questo andamento in diminuzione. Tra il primo semestre del 2019 (530.849 furti) e quello del 2024 (498.299), si rileva infatti una flessione del 6%. Tuttavia, osservando l’andamento più recente, emerge una lieve inversione di tendenza: nel primo semestre del 2024 si sono registrati 498.299 furti, con un aumento del 2,26% rispetto allo stesso periodo del 2023, che contava 487.249 casi. Se da un lato appare evidente che non vi sia un’emergenza legata a questa tipologia di delitti è anche opportuno sottolineare che il lieve aumento registrato nel 2024 è indice di un acuirsi delle disuguaglianze sociali.
I dati più recenti dell’ISTAT indicano che il tasso di povertà assoluta è rimasto sostanzialmente invariato rispetto al 2022. Anche se il dato sembra indicare una fase di stabilità, non è da considerarsi un elemento rassicurante. Anzi, la mancata riduzione della povertà suggerisce l’inefficacia di politiche pubbliche realmente incisive nel contrastare le disuguaglianze economiche e sociali. In questo contesto, la commissione di reati contro il patrimonio, come furti e rapine, può diventare per alcuni una risposta disperata alla mancanza di opportunità o mezzi di sopravvivenza.
Per quanto riguarda specificamente gli omicidi volontari, i dati del Ministero dell’Interno mostrano una diminuzione complessiva degli episodi, passati da 340 nel 2023 a 314 nel 2024.
Per quanto riguarda specificamente gli omicidi volontari, i dati del Ministero dell’Interno mostrano una diminuzione complessiva degli episodi, passati da 340 nel 2023 a 314 nel 2024, con un calo del 7,8%. Anche il numero delle vittime di sesso femminile è in flessione, scendendo da 120 a 111, con una riduzione dell’8%. Di queste 111 vittime, 96 sono state uccise in ambito familiare o affettivo e 59 da ex partner, un dato in calo rispetto al 2023, quando si attestava a 64.
Analizzando l’andamento degli omicidi volontari a partire dal 2015, emerge una significativa diminuzione di questo tipo di reato. Nel 2015 si registrarono 475 omicidi volontari; rispetto a quell’anno, il calo complessivo è del 32,8%. Il decremento è stato costante fino al 2021, anno in cui si è osservata un’inversione di tendenza con un leggero e costante aumento, confermato anche nel 2022 e nel 2023. Tuttavia, nel 2024 il numero degli omicidi volontari è tornato a diminuire, segnando un nuovo calo rispetto agli anni precedenti.
Le regioni con il maggior numero di omicidi nel 2024 sono state la Campania (55), la Lombardia (45) e il Lazio (30). Rispetto al 2023, si è assistito a un aumento degli omicidi in Campania (42 nel 2023), mentre si è registrata una diminuzione nel Lazio (36 nel 2023) e in Lombardia (31 nel 2023).
Solo nella colonna di sinistra, accanto al testo sotto, ma non nel testo stesso: “I dati del Ministero dell’Interno, aventi ad oggetto i reati a sfondo sessuale che vedono quali vittime i minori, registrano una crescita.
Solo nella colonna di sinistra, accanto al testo sotto, ma non nel testo stesso: “I dati del Ministero dell’Interno, aventi ad oggetto i reati a sfondo sessuale che vedono quali vittime i minori, registrano una crescita.
Secondo il report del Servizio Analisi Criminale del Ministero dell’Interno, avente ad oggetto i reati a sfondo sessuale che vedono quali vittime i minori, confrontando i dati relativi al primo semestre del 2023 con quelli del primo semestre 2024, si registra un aumento dei seguenti reati: abuso dei mezzi di correzione o di disciplina: +22%; maltrattamenti contro familiari e conviventi: +15%; sottrazione di persone incapaci: +15%; Violenza sessuale di gruppo: +14%. Al contrario, mostrano una flessione in calo i reati di: adescamento di minorenni: – 16%; atti sessuali con minorenne: – 5%; violenza sessuale aggravata perchè commessa presso istituti di istruzione: – 24% e violenza sessuale aggravata: – 2%.
Per quanto riguarda gli autori dei reati, la maggioranza è costituita da uomini (60%), di cittadinanza italiana e con un’età compresa tra i 35 e i 64 anni.
Per quanto concerne l’età delle vittime dei reati su menzionati, nel primo semestre del 2024 si assiste ad una generale diminuzione della percentuale di vittime aventi un’età compresa tra i 0 e i 14 anni, rispetto al primo semestre del 2023, salvo che per il reato di violenza sessuale aggravata perchè commessa presso istituti di istruzione (nel 2023 la percentuale era del 60% mentre nel 2024 è passata al 74%).
I dati relativi al numero di segnalazioni nei confronti di autori noti dei reati in questione mostrano un incremento significativo, pari al 19%. In termini assoluti, si è passati da 19.420 segnalazioni registrate nel primo semestre del 2023 a 23.116 nello stesso periodo del 2024. Tale incremento è probabilmente frutto di un cambiamento culturale, non anche di un aumento di condotte di tale natura. La collettività appare più consapevole e pronta a denunciare condotte illecite che, in passato, potevano essere sottovalutate o addirittura taciute.
Il Ministero della Giustizia ha inoltre diffuso dati aggiornati sulle persone detenute, suddivise per categoria di reato. Al 31 dicembre 2024, su una popolazione carceraria di 61.861 persone detenute, risultano commessi 148.095 reati. È importante sottolineare che un singolo detenuto può essere responsabile di più reati, il che spiega perché il numero totale dei reati commessi dalle persone detenute supera quello delle persone detenute stesse. Rispetto all’anno precedente, si osserva un aumento sia nel numero dei reati (+3.80%) che nella presenza carceraria (+2.82%) , con una media che rimane invariata: 2,4 reati per detenuto, in linea con il dato del 2023.
Le categorie di reati più frequentemente commesse dai detenuti rimangono quelle contro il patrimonio (35.287), contro la persona (27.382) e in materia di stupefacenti (21.131).
Le categorie di reati più frequentemente commesse dai detenuti rimangono quelle contro il patrimonio (35.287), contro la persona (27.382) e in materia di stupefacenti (21.131), confermando il trend del 2023. L’alta incidenza di reati contro il patrimonio e in materia di stupefacenti nel sistema carcerario italiano suggerisce una tendenza a privilegiare la detenzione anche per crimini non violenti.
Al 31 dicembre 2024, i reati commessi dalle donne detenute mostrano un lieve incremento. La percentuale è passata dal 3,3% (5139) nel 2023 al 3,5% (4789) rispetto al totale dei reati commessi dalle persone detenute. Analogamente agli altri detenuti, le tipologie di reato più comuni tra le donne sono quelle contro il patrimonio (1496), la persona (958) e in materia di stupefacenti (727).
L’analisi dei dati relativi ai reati commessi dalle persone detenute in base alla nazionalità evidenzia che rispetto al totale la maggior parte dei reati è attribuibile a cittadini italiani (109.431 reati), un dato che riflette la loro prevalenza all’interno della popolazione carceraria. I detenuti di origine straniera risultano responsabili del 26% del totale dei reati. A fronte di 19.694 detenuti stranieri, sono stati registrati 38.664 reati, con una media di circa 1,9 reati per detenuto. In termini di incidenza sul totale dei reati commessi in base alla tipologia, la percentuale più elevata si riscontra nella categoria dei reati contro la pubblica amministrazione, mentre la più bassa, pari al 6%, riguarda i reati contro la personalità dello stato.