I costi della detenzione

Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria

La voce di spesa destinata al dipartimento dell’amministrazione penitenziaria continua a rappresentare circa il 30% del totale, esattamente come avvenuto per il 2023 e per il 2024, a dimostrazione del fatto che non sembra esserci l’intenzione di investire in maniera consistente nel settore.

Un valido strumento orientativo, rispetto all’andamento delle questioni che coinvolgono l’ambito penitenziario, è rappresentato dai fondi messi a disposizione in tale settore, che rientrano nel più ampio bilancio recante le risorse destinate al Ministero della Giustizia. Gli investimenti destinati all’amministrazione penitenziaria si mostrano piuttosto costanti nel tempo. Per il 2025, infatti, guardando al Bilancio di previsione 2025-2027, risulta un investimento di spesa pari a circa 3,4 miliardi, a fronte dei circa 11,2 miliardi destinati alla Giustizia. Si registra un incremento di circa 60 milioni, confermando la tendenza ad aumentare gli investimenti, seppur in misura complessivamente irrisoria rispetto alle reali esigenze. La voce di spesa destinata al dipartimento dell’amministrazione penitenziaria continua a rappresentare circa il 30% del totale, esattamente come avvenuto per il 2023 e per il 2024, a dimostrazione del fatto che non sembra esserci l’intenzione di investire in maniera consistente nel settore.

Continua a diminuire, seppur in misura lieve, il costo per persona detenuta: al 31 aprile 2025 risultavano detenute 62.445 persone, con un costo unitario pari a €149,56, a fronte degli €150,28 dello scorso anno. Tale dato ci aiuta a comprendere come il costante aumento delle persone detenute non sia accompagnato da adeguati investimenti di spesa per reggerne il sostentamento. Si predilige la scelta di mantenere la medesima spesa spalmandola su un maggior numero di persone.

La voce di investimento maggiore continua ad essere rappresentata dalle spese per il personale di polizia penitenziaria, cui è destinato il 61,7% del totale del capitolo di bilancio.

Passando ad un’analisi maggiormente approfondita, in primo luogo occorre studiare le macrovoci di spesa in cui è suddiviso l’investimento destinato al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. La voce di investimento maggiore continua ad essere rappresentata dalle spese per il personale di polizia penitenziaria, cui è destinato il 61,7% del totale del capitolo di bilancio, con un investimento di circa 2,1 miliardi, sostanzialmente identico rispetto al 2024. Aumenta notevolmente, rispetto al 2024 e in proporzione, la voce relativa al supporto per l’erogazione dei servizi penitenziari, che registra un incremento pari all’85,1%, con un investimento totale pari a circa 42 milioni (circa +19,3 milioni rispetto al 2024). Si tratta tuttavia di una voce che riporta un’incidenza minima rispetto all’investimento complessivo (appena l’1,2%). Anche la voce di spesa destinata al personale amministrativo e magistrati ha registrato un incremento consistente, pari al 31,6%, corrispondente a circa 88,6 milioni. Tale voce si pone al secondo posto nell’ambito degli investimenti destinati all’amministrazione penitenziaria (10,8% del totale).

Le spese relative all’accoglienza e al trattamento penitenziario restano sostanzialmente invariate, rappresentando il 9,3% del totale.

Non sono ovviamente mancate le riduzioni. Di particolare rilievo la contrazione della spesa destinata alla realizzazione di nuove infrastrutture e all’edilizia carceraria, che fa registrare un -24,09% (corrispondente a circa -47,8 milioni), confermandosi un trend già in atto negli anni passati. Altresì, si riduce la voce recante i servizi tecnici e logistici connessi alla custodia delle persone detenute, con un -2,7%. Le spese relative all’accoglienza e al trattamento penitenziario restano sostanzialmente invariate, rappresentando il 9,3% del totale.

Occorre rilevare, altresì, una riduzione che ha portato a zero l’investimento legato alla somma messa a disposizione per far fronte ai ricorsi legati a violazioni dell’art. 3 CEDU, con una previsione di spesa pari a zero.

Guardando più da vicino alle singole voci di spesa, con un focus su quelle che hanno subito una riduzione, all’interno della macrovoce relativa ai servizi tecnici e logistici connessi alla custodia si nota una contrazione delle sottovoci relative alla manutenzione ordinaria degli immobili (-2 milioni circa) e una ulteriore riduzione delle somme destinate al trasporto delle persone detenute o internate e del relativo personale di scorta (-1,2 milioni circa). Già in passato si rilevava come una riduzione proprio di tale voce fosse in aperto contrasto con la forte esigenza avvertita sia dal personale (penitenziario, amministrativo, sanitario) che dalle persone detenute di ricevere un sostegno più consistente rispetto alle attività di scorta, non essendo il personale attualmente in grado di far fronte all’elevato numero di richieste. Occorre rilevare, altresì, una riduzione che ha portato a zero l’investimento legato alla somma messa a disposizione per far fronte ai ricorsi legati a violazioni dell’art. 3 CEDU, con una previsione di spesa pari a zero per l’intero triennio 2025-2027. Ci si chiede dove tali fondi verranno reperiti, non potendosi trascurare la gravità di una tale scelta. Difatti, se si guarda al bilancio consuntivo del Ministero della Giustizia (l’ultimo disponibile riguarda le spese relative al 2023) per la voce di spesa da ultimo citata, a fronte di un investimento iniziale pari ad 1 milione, si è prevista una variazione in aumento pari a €181 mila circa, per un totale di investimento pari a circa 1,2 milioni, cui è conseguita una spesa finale che ha attinto all’investimento quasi per intero. Del tutto irragionevole risulta, pertanto, la decisione di spuntare tale voce di spesa non solo per l’anno corrente ma per l’intero triennio, a fronte di una evidente esigenza di copertura.

Nel capitolo recante interventi in favore delle persone detenute tossicodipendenti non si registra alcun investimento per il triennio 2025-2027 (nel 2024 era stato previsto un investimento pari ad 1 milione).

Un incremento di circa 7 milioni ha registrato invece la voce denominata “canoni, utenze, riparazioni mobili e arredi, funzionamento servizio sanitario e farmaceutico, mantenimento detenuti tossicodipendenti presso comunità terapeutiche”, che lo scorso anno aveva subito una riduzione di circa 9,6 milioni. Di contro, nel capitolo recante interventi in favore delle persone detenute tossicodipendenti e affette da infezione da HIV, trattamento, recupero e reinserimento dei tossicodipendenti, convenzioni con strutture esterne e riqualificazione del personale di polizia penitenziaria, non si registra alcun investimento per il triennio 2025-2027 (nel 2024 era stato previsto un investimento pari ad 1 milione), riscontrandosi anche qui una scelta piuttosto preoccupante che potrebbe condurre verso una ulteriore marginalizzazione di questa fetta consistente di persone detenute che necessiterebbero invero di un supporto attento e dedicato.

Nell’ambito dei fondi destinati alle politiche di accoglienza e trattamento delle persone detenute, si rileva un incremento pari a 4 milioni delle spese destinate alla retribuzione delle persone detenute, confermando un trend in aumento registrato anche negli anni passati. Resta, invece, invariato l’investimento riguardante gli sgravi e le agevolazioni fiscali in favore delle imprese legati alla c.d. Legge Smuraglia. Un lieve incremento, pari a circa 1,9 milioni, ha riguardato la voce afferente alle spese per la fornitura del vitto alle persone detenute, scelta positiva anche a fronte della riduzione di quasi 6 milioni registrata nel 2024. Reinserita, poi, la voce relativa agli onorari destinati a professionalità psicologiche con un ruolo legato al trattamento cognitivo comportamentale degli autori di reati contro le donne, con una previsione di investimento pari a 1,5 milioni. Si riducono, di contro, i fondi destinati all’implementazione e riqualificazione di impianti e attrezzature per l’allestimento di laboratori e opifici – il cui obiettivo dovrebbe riguardare l’ampliamento delle lavorazioni penitenziarie nelle strutture detentive – con -7,7 milioni. A fronte di questo ulteriore decremento, si riscontra la riduzione di tutte le voci ricomprese nel capitolo afferente ai servizi delle industrie e delle bonifiche agrarie degli istituti di prevenzione e di pena.

Il tema della giustizia – e del mondo penitenziario in particolare – è legato altresì ad alcune voci di spesa contenute nel bilancio delle risorse destinate al Ministero dell’Economia e delle Finanze. Proprio in tale ambito si ritrovano infatti le risorse riservate alla riparazione per ingiusta detenzione ed errore giudiziario e alle violazioni circa l’irragionevole durata dei processi (c.d. Legge Pinto). In particolare, vi sono tre voci di spesa che vengono in rilievo, due delle quali legate all’ingiusta detenzione e all’errore giudiziario. Infatti, tale voce si suddivide nel capitolo relativo alle spese obbligatorie e in quello relativo alle somme da corrispondere a titolo di equa riparazione e risarcimenti. In entrambi i casi, l’investimento per il 2025 è rimasto invariato rispetto al 2024: rispettivamente €800mila e 50 milioni. Per ciò che concerne la c.d. Legge Pinto, in tale voce sono ricomprese le somme da corrispondere a titolo di equa riparazione per violazione della ragionevole durata del processo e per il mancato rispetto della CEDU, compresi interessi e spese legali. Rispetto al 2024 si è predisposta una lieve riduzione di investimento pari a 10 milioni, con una previsione di spesa pari a 60 milioni.

Per ciò che concerne, infine, le somme previste a titolo di equa riparazione per il mancato rispetto della CEDU e per violazione della ragionevole durata dei processi, sono stati corrisposti 86,1 milioni nel 2023, con un importante aumento rispetto al 2022 quando erano stati corrisposti circa 57,6 milioni.

Il bilancio consuntivo di tali voci di spesa più recente reperibile sul sito del Ministero è relativo alle spese del 2023. Rispetto alle voci appena analizzate si evince come, per ciò che concerne le spese obbligatorie di giudizio nei casi di ingiusta detenzione, sia stata corrisposta una somma pari a circa €850 mila (con una variazione in aumento di €100 mila per un totale iniziale di €900 mila), a fronte di un investimento iniziale pari ad €800 mila, in aumento rispetto al 2022 che ha visto una corresponsione di €612,5 circa. Circa 31,7 milioni sono stati corrisposti a titolo di equa riparazione e risarcimento, in diminuzione rispetto al 2022 che ha visto una spesa di circa 37,3 milioni. In tal caso la somma investita ha subito una variazione in diminuzione di 12,1 milioni, con uno stanziamento iniziale effettivo pari a 37,9 milioni. Per ciò che concerne, infine, le somme previste a titolo di equa riparazione per il mancato rispetto della CEDU e per violazione della ragionevole durata dei processi, sono stati corrisposti 86,1 milioni nel 2023, con un importante aumento rispetto al 2022 quando erano stati corrisposti circa 57,6 milioni. In tal caso, l’investimento iniziale di 70 milioni è stato corretto con una variazione in aumento di circa 17 milioni, per un totale definitivo di investimento pari a 87 milioni circa. Tale ultimo dato denota come gli uffici giudiziari si trovino in uno stato di perenne difficoltà dato l’elevato numero di cause che non riescono ad esaurire in tempi adeguati, come dovrebbe accadere nell’ambito di un sistema giudiziario sano.

Dipartimento di Giustizia Minorile e di Comunità

Per il 2025 si è previsto un investimento pari a circa 408 milioni, in lieve riduzione rispetto al 2024 (-6,5%).

Come di consueto, la parte conclusiva dell’analisi delle voci di spesa si concentrerà sugli investimenti destinati al Dipartimento della Giustizia Minorile e di Comunità. Anche in questo caso, la relativa voce di spesa si presenta sostanzialmente costante: per il 2025 si è previsto un investimento pari a circa 408 milioni, in lieve riduzione rispetto al 2024 (-6,5%). La voce rappresenta il 3,7% del totale dei fondi riservati al Ministero della giustizia.

Come negli scorsi anni, la voce ad incidenza maggiore nel bilancio del Dipartimento è occupata dalle spese per il personale amministrativo e magistrati (51,3%), immediatamente seguita dalle spese per il personale di polizia penitenziaria (23%). Quest’ultima voce, unitamente a quella recante la realizzazione di nuove infrastrutture, il potenziamento e la ristrutturazione, rappresentano le uniche due voci di spesa con uno scarto positivo rispetto al 2024, rispettivamente +13,4% e +23%. Ciò probabilmente si pone in continuità con la volontà di procedere con la riapertura di tre nuovi istituti penali per minorenni, che dovranno essere dotati di personale di polizia penitenziaria.

La riduzione maggiore (-17,3%) interessa la voce relativa al trattamento e alle politiche di reinserimento delle persone sottoposte alle misure giudiziarie.

Di contro, abbiamo tutte le restanti voci in diminuzione rispetto al 2024. La riduzione maggiore (-17,3%) interessa la voce relativa al trattamento e alle politiche di reinserimento delle persone sottoposte alle misure giudiziarie, coerentemente rispetto alla nuova impostazione sempre più punitiva che investe inevitabilmente anche la giustizia minorile. Ancora, una riduzione pari al 14,5% ha interessato la voce legata al personale amministrativo e magistrati, sottraendo risorse a questa importante fetta di personale (presumibilmente occupato nella gestione delle misure alternative, attività di indagine, messa alla prova e simili). Nel complesso, si registra una preoccupante tendenza securitaria che non tiene conto delle esigenze di tutto il personale impiegato nel settore penitenziario, le cui voci restano inascoltate.

Riduzioni di spesa investono, infine, la cooperazione internazionale in materia civile minorile (-13,3%), la voce relativa al supporto per l’erogazione dei servizi per la giustizia minorile e di comunità (-4,6%) e la voce di spesa relativa alla gestione del personale per il programma Giustizia minorile e di comunità (-0,8%). Resta invece invariato rispetto allo scorso anno l’investimento di spesa destinato alla giustizia riparativa, con un investimento pari a circa 8,9 milioni.