La nostra osservazione diretta

Le 95 visite hanno riguardato tutte le regioni italiane, garantendo una panoramica completa della situazione carceraria nazionale.

Nel corso del 2024 l’Osservatorio di Antigone ha visitato 95 istituti penitenziari. Tutte le schede delle visite fatte sono pubblicate sul sito del nostro Osservatorio. Le 95 visite hanno riguardato tutte le regioni italiane, garantendo una panoramica completa della situazione carceraria nazionale. L’istituto più grande visitato, che ospitava in quel momento 2031 persone detenute, è stato Poggioreale a Napoli, seguito dalla CC “Lorusso e Cotugno” di Torino con 1493 persone e dalla CC di Napoli – Secondigliano che ospitava 1360 persone. I più piccoli la CC di Arezzo con 40 persone e l’Istituto a Custodia Attenuata per Madri (ICAM) di Lauro, che ospitava 5 mamme con 5 bambini.

Dei 95 istituti visitati, un’alta percentuale, ovvero 70, avevano un tasso di affollamento superiore al 100%, di questi 18 avevano un tasso di sovraffollamento critico, superiore al 150%. La Casa Circondariale di Brescia Canton Mombello era l’istituto con il tasso di affollamento più elevato (206,5%), a fronte di 186 posti regolamentari erano presenti 384 persone ristrette, seguita dalla CC di Foggia (193,96%), ove a fronte di una capienza regolamentare pari a 364 posti erano presenti 706 persone.

Rispetto al totale degli istituti visitati, circa la metà si trova fuori dal contesto urbano (47), mentre l’altra metà è situata all’interno di aree urbane (48); tra questi ultimi, solo 8 sono di recente costruzione, mentre 19 risalgono a prima del 1900. La vetustà di molti di questi edifici comporta rilevanti criticità strutturali e funzionali, rendendo complessa la gestione quotidiana e spesso inadeguate le condizioni detentive.

In 30 istituti sui 95 visitati c’erano celle in cui non erano garantiti 3 mq calpestabili per ogni persona.

In 30 istituti sui 95 visitati c’erano celle in cui non erano garantiti 3 mq calpestabili per ogni persona, un dato che ribadisce la serietà del problema del sovraffollamento e le sue dirette conseguenze sulle condizioni di vita. In 12 c’erano celle senza riscaldamento e in 43 celle senza acqua calda. In 53 c’erano celle senza doccia e in 4 istituti nelle celle visitate, il wc non si trovava in ambiente separato.

In 70 dei 95 istituti non era assicurata la separazione dei giovani adulti dagli adulti. La mancata separazione può esporre i giovani adulti a influenze negative e ostacolare percorsi rieducativi specifici. In 59 istituti ci sono spazi detentivi attualmente non in uso per ristrutturazione o inagibilità.

In merito agli spazi comuni, la nostra osservazione ha rilevato che in 40 istituti, pur essendoci una biblioteca, questa non è accessibile come spazio comune. In 4 istituti visitati su 95 non c’erano spazi esclusivamente dedicati alla scuola, 2 dei 4 erano case di reclusione (la CR di Chiavari e la CR di Fermo). L’assenza di spazi dedicati all’istruzione, soprattutto nelle case di reclusione, potrebbe costituire un limite alle opportunità di reinserimento, limitando l’accesso all’istruzione delle persone ristrette. In 20 dei 95 istituti visitati non c’erano spazi per le lavorazioni.

Appare opportuno sottolineare che la mancanza di spazi adibiti alle lavorazioni rappresenta un ostacolo per l’attività trattamentale attesa l’importanza che al lavoro viene riconosciuta quale strumento di reinserimento sociale tanto dalla Costituzione quanto dalla Legge sull’ordinamento penitenziario.

In 67 istituti su 95 visitati non ci sono spazi dedicati a culti non cattolici, in 12 non vi sono spazi dedicati alla socialità all’interno delle sezioni detentive, mentre in 24 non vi sono aree di passeggi esclusivi per ciascuna sezione detentiva. La carenza di spazi per la socializzazione e per l’attività all’aperto può avere un impatto negativo sul benessere psicologico dei detenuti. In merito alla tutela del diritto sancito dall’art. 27 dell’ord. pen., il quale prevede che l’attività sportiva sia un elemento del trattamento rieducativo, in 20 dei 95 istituti penitenziari visitati le persone detenute non hanno accesso ad una palestra settimanalmente e in 21 istituti, invece, non accedono settimanalmente ad un campo sportivo. In 21 istituti non c’era un’area verde per colloqui nei mesi estivi.

In media la pianta organica di polizia penitenziaria era al 79,9%, e si trovavano, sempre in media, 2,08 detenuti ogni agente di polizia.

Quanto al personale, in 21 istituti dei 95 visitati era presente un direttore incaricato anche in altro istituto e in 66 non vi erano vicedirettori. In media la pianta organica di polizia penitenziaria era al 79,9%, e si trovavano, sempre in media, 2,08 detenuti ogni agente di polizia. L’istituto con la minore copertura di polizia penitenziaria è la Casa di lavoro di Vasto con il 50,5% di unità di polizia penitenziaria effettivamente presenti rispetto a quelle previste in pianta organica. Gli istituti con il maggior numero di detenuti per agente erano: la Casa Circondariale “San Donato” di Pescara (5 detenuti per agente), la CC di Civitavecchia (3,7 detenuti per agente) e la CC Regina Coeli di Roma (3,6). Gli istituti con un numero di detenuti presenti superiore a 500 erano 25, di questi la copertura della polizia penitenziaria è in media 79,6% e di 2,5 detenuti per agente. Anche nei grandi istituti, la proporzione tra detenuti e agenti rimane un elemento di attenzione.

Gli istituti con il maggior numero di detenuti per educatore erano la CC di Busto Arsizio, con 146 detenuti per educatore, la CR “Gian Battista Novelli” di Carinola con 121,5 detenuti per educatore e la CC di Pavia Torre del Gallo, con 113,3 detenuti per educatore.

Gli educatori (funzionari giuridico pedagogici) coprivano in media il 91,6% della pianta organica e c’era in media un educatore ogni 61,8 detenuti. La copertura del personale educativo appare leggermente migliore, ma il rapporto medio detenuti/educatore suggerisce comunque un carico di lavoro significativo. Gli istituti con il maggior numero di detenuti per educatore erano la CC di Busto Arsizio, con 146 detenuti per educatore, la CR “Gian Battista Novelli” di Carinola con 121,5 detenuti per educatore e la CC di Pavia Torre del Gallo, con 113,3 detenuti per educatore.

In media è stato registrato un aumento significativo di provvedimenti di isolamento disciplinare, pari a 20,9 ogni 100 detenuti, rispetto al 2022 (11,8).

Durante le visite svolte nel 2024 è stato raccolto anche il dato relativo agli eventi critici verificatisi nel corso del 2023, ed è stato messo in relazione con le presenze in carcere al momento della visita. In media è stato registrato un aumento significativo di provvedimenti di isolamento disciplinare, pari a 20,9 ogni 100 detenuti, rispetto al 2022 (11,8). Questo incremento segnala un peggioramento delle condizioni detentive in generale e un inasprimento del clima detentivo. Sono stati registrati, inoltre, in media ogni 100 detenuti: 21 atti di autolesionismo; 2,9 tentati suicidi; 1,02 aggressioni a danno del personale e 0,43 aggressioni a danno di altri detenuti. Rispetto al dato raccolto dall’Osservatorio nel 2023 e riferito agli eventi critici registrati nel 2022 negli istituti visitati, è aumentata la media ogni 100 detenuti dei provvedimenti di isolamento, degli atti di autolesionismo, dei tentati suicidi (correzione di “omicidi”), mentre è diminuita la media delle aggressioni al personale e ai detenuti.

Il 20,5%, assumeva farmaci stabilizzanti dell’umore, antipsicotici o antidepressivi, ed il 43,7% sedativi o ipnotici.

Per quanto riguarda la salute, è stato registrato che in una larga maggioranza degli istituti, 62 su 95, non è presente un medico 24 ore su 24, e in 59 su 95 non è disponibile la cartella clinica informatizzata. Quanto alla salute mentale, ci è stato riferito in media di 12,7 diagnosi psichiatriche gravi ogni 100 detenuti presenti mentre, sempre tra i presenti, una quota considerevole, il 20,5%, assumeva farmaci stabilizzanti dell’umore, antipsicotici o antidepressivi, ed il 43,7% sedativi o ipnotici. Nel 2024 si è assistito ad una crescita rispetto ai dati registrati nel corso del 2023. Nonostante l’acuirsi del disagio psicologico tra le persone ristrette, le ore settimanali di presenza degli psichiatri sono pari a 6,76 per ogni 100 detenuti, mentre degli psicologi sono 20,6 ogni 100 detenuti. Nell’ambito delle 95 visite effettuate, venivano riscontrate 35 persone in attesa di ricovero in REMS, il numero più elevato era pari a 7 persone, e queste erano ristrette presso la CC Lorusso e Cotugno di Torino.

I dati rilevati dall’Osservatorio di Antigone nell’ambito del lavoro mostrano che nei 95 istituti visitati in media solo il 4,7% di persone detenute lavora alle dipendenze di un datore di lavoro esterno, la percentuale è in leggero aumento rispetto al 2023, ma resta comunque irrisoria. La bassissima percentuale di detenuti che svolgono un lavoro esterno limita fortemente le opportunità di reinserimento sociale. Le persone detenute alle dipendenze dell’amministrazione penitenziaria sono in media il 28,4%. Rispetto al dato rilevato nelle visite effettuate nel 2023, è diminuito il numero delle persone coinvolte in corsi di formazione professionale, ovvero il 10% dei presenti, mentre in media il 28,9% delle persone detenute frequenta corsi scolastici.

Quanto alla quotidianità detentiva, dalle visite del 2024 è emerso che circa la metà degli istituti in tutte le sezioni le celle sono aperte almeno 8 ore al giorno. Solo in 27 dei 95 istituti visitati si fanno più di 4 ore d’aria al giorno, mentre sono 15 gli istituti in cui le ore d’aria sono tra 2 e 4. La limitata quantità di ore trascorse all’aperto in molti istituti può avere ripercussioni negative sul benessere fisico e mentale dei detenuti. Solo in 18 istituti è consentito alle persone detenute di spostarsi fuori dalle sezioni detentive in autonomia.

Per quanto riguarda, infine, i contatti con l’esterno, in 32 istituti oltre tre quarti delle persone detenute svolgono chiamate straordinarie, mentre in 15 dei 95 istituti visitati le chiamate straordinarie vengono effettuate da un quarto alla metà delle persone ristrette, nonostante l’accesso alle chiamate straordinarie rappresenti uno degli strumenti fondamentali per mantenere i legami affettivi. Sono 37 gli istituti visitati in cui il numero di persone detenute che svolge videochiamate con i familiari è superiore ai tre quarti, e di questi 37, solo 8 superano le 500 persone ristrette.

L’osservazione svolta nel 2024 dall’Osservatorio di Antigone mostra un generale inasprimento delle condizioni di detenzione. Le scelte di politica criminale hanno sicuramente influito sul numero delle persone presenti, generando un aumento del tasso medio di affollamento. Diminuiscono rispetto al passato opportunità fondamentali per le persone detenute quali il lavoro alle dipendenze dell’amministrazione penitenziaria e l’accesso ai corsi di formazione. Aumentano, probabilmente come conseguenze dell’aumento del tasso di affollamento e delle chiusure, gli atti di autolesionismo, i tentati omicidi, il disagio psicologico come mostra l’incremento della percentuale delle diagnosi gravi per ogni 100 detenuti.