XVIII rapporto sulle condizioni di detenzione

Isolamento ed eventi critici

Isolamento ed eventi critici

Isolamento ed eventi critici

1024 576 XVIII rapporto sulle condizioni di detenzione

Isolamento ed eventi critici

Come è noto, all’interno degli istituti penitenziari vengono registrati gli eventi critici, ovvero tutti quegli avvenimenti che mettono a repentaglio la sicurezza delle persone detenute, del personale o la sicurezza dell’istituto. Più in generale gli eventi critici possono dare un’indicazione del clima interno dell’istituto anche in relazione al tipo di popolazione ivi ristretta, i rapporti fra personale e detenuti e le modalità di gestione dei conflitti.

Tutti gli eventi critici sono registrati a livello centrale e vengono riportati dal Garante Nazionale nella sua Relazione Annuale.

Dai dati pubblicati si evince come gli eventi critici comprendano degli eventi molto diversi fra loro; comprendono infatti il numero di invii urgenti in ospedale, le morti o gli autolesionismi 1) (quindi questioni inerenti alla salute), le percosse riferite all’atto dell’arresto (ovvero eventi che sarebbero avvenuti prima dell’ingresso in carcere), aggressioni e manifestazioni di protesta (quindi comportamenti tenuti dai detenuti che ricadono al di fuori dell’ordinarietà detentiva e costituiscono infrazioni disciplinari) e infine gli isolamenti disciplinari (che sono quindi la conseguenza di gravi infrazioni disciplinari).

Fra il 2017 e il 2019 gli invii urgenti in ospedale aumentano mentre diminuiscono drasticamente nel 2020

Osservando gli eventi critici in qualche modo collegati all’area della salute osserviamo che fra il 2017 e il 2019 gli invii urgenti in ospedale aumentano mentre diminuiscono drasticamente nel 2020. Ciò potrebbe essere in parte dovuto al calo della popolazione detenuta, ma possiamo supporre che gli istituti penitenziari abbiano deciso di ridurre gli invii in ospedale dei detenuti per via della grave situazione pandemica che potrebbe aver determinato una minore ricettività da parte delle strutture ospedaliere. Questo, se da una parte può aver spinto gli istituti penitenziari a organizzarsi per offrire dei servizi che altrimenti sarebbero stati offerti dalle strutture sanitarie, dall’altra un’inadeguata assistenza sanitaria può comportare anche gravi conseguenze per la salute delle persone detenute.

Altra conseguenza della pandemia è l’aumento esponenziale degli isolamenti sanitari che ancora adesso devono essere effettuati all’ingresso (o rientro) dei detenuti e al momento del riscontro di una positività. Purtroppo, nonostante gli isolamenti sanitari non costituiscano più un caso raro, abbiamo riscontrato come in molti casi alle persone sottoposte a tale isolamento non sia consentito effettuare colloqui né telefonate con i propri cari. Se da una parte le difficoltà organizzative per permettere i colloqui in condizioni di isolamento sono comprensibili, dall’altra consentire le telefonate sarebbe più semplice da organizzare, porterebbe sicuramente sollievo ai familiari dei detenuti (che potrebbero non ricevere alcuna notizia dei propri cari fino alla fine della quarantena), ma anche ai detenuti stessi, che sono privati di ogni contatto per giorni.

I numeri dei decessi non variano molto fra il 2019 e il 2020 secondo i dati del Garante Nazionale, che riporta 153 e 157 morti per i rispettivi anni. Per il 2020 rimangono residuali le morti accidentali (1) e gli omicidi (1), mentre la maggior parte delle morti sono per cause naturali (93) o suicidi (62). Secondo Ristretti Orizzonti, che per il 2020 riporta 152 morti in carcere, 16 di loro sarebbero deceduti per Covid-19; per il 2021 invece le morti sarebbero 132 e 5 i decessi per Covid-19.

Nel 2020, si trova un incremento considerevole del numero di rivolte, che salgono a 23 rispetto alle 1-2 degli anni precedenti

Gli eventi critici che pertengono all’area della disciplina sono in aumento nel corso degli ultimi anni. In particolare nel 2020, si trova un incremento considerevole del numero di rivolte, che salgono a 23 rispetto alle 1-2 degli anni precedenti. Inoltre nel 2020 crescono anche le manifestazioni di protesta (che includono anche gli scioperi della fame) e quelle di protesta collettiva. Molte di queste sono riconducibili alla situazione pandemica, alle chiusure e a una maggiore tensione, un mix che rende esplosiva una situazione già di per sé molto tesa. Rispetto al 2019 crescono anche le aggressioni fisiche al personale di polizia penitenziaria mentre diminuiscono leggermente le aggressioni generiche. Queste ultime includono probabilmente le aggressioni fisiche fra detenuti e in una delle visite dell’Osservatorio di Antigone è stato riportato che in questa categoria potrebbero essere incluse anche le aggressioni verbali (almeno per quanto riguarda quello specifico istituto).

Un dato interessante è rappresentato dalle infrazioni disciplinari raffrontate all’andamento degli isolamenti disciplinari. Infatti la diminuzione degli isolamenti disciplinari fra il 2019 e il 2020 confrontato con le infrazioni disciplinari lascia supporre che le infrazioni, seppure in aumento nello stesso periodo, siano per la maggior parte di lieve entità.

Dalle visite dell’Osservatorio di Antigone emerge che nella maggior parte degli istituti visitati (37) le persone in isolamento non partecipano alle attività formative o lavorative, in 3 istituti possono continuare a partecipare alle sole attività lavorative mentre in 7 possono continuare a frequentare entrambe. In almeno uno degli istituti visitati sono stati riportati casi di detenuti appartenenti a uno dei circuiti dell’alta sicurezza che si sarebbero rifiutati di lasciare le celle di isolamento pur di restare in cella singola.

Aumentano infine anche gli atti di contenimento

Aumentano infine anche gli atti di contenimento. Non essendo gli atti di contenimento una categoria dalla definizione chiara, non è possibile stabilire precisamente quali eventi siano vi siano compresi. Si può tuttavia ipotizzare che si tratti di situazioni di aggressione o resistenza da parte dei detenuti che devono essere in qualche modo contenute dagli agenti di polizia penitenziaria.

Infine avevamo già notato l’anno scorso l’inserimento della categoria “percosse riferite all’atto dell’arresto”. Per via della mancanza di dati precedenti il 2019 sembra si tratti di una categoria inserita solo di recente. Nel 2020 questi eventi sono stati registrati in maniera minore sicuramente per via di un minor numero di ingressi in generale.

Durante le visite agli istituti penitenziari dell’Osservatorio di Antigone viene a volte riportato dal personale un aumento degli eventi critici, difficoltà a gestire la fragilità, le dipendenze e il disagio psichico. Fra le ragioni che spingerebbero a una maggiore tensione e conflittualità ci sarebbero le condizioni di affollamento e scarsa vivibilità degli spazi. In un caso è stato riferito che gli eventi critici e la tensione sarebbero diminuite in seguito all’aumento delle possibilità di avere maggiori contatti (anche solo con i video-colloqui) con le famiglie. In un altro caso si sottolinea come le situazioni complicate o conflittuali siano a volte risolte grazie alla mediazione di una psicologa fornita da un’associazione di volontariato. In diversi istituti si segnala invece un clima più disteso, ma spesso si tratta di istituti a custodia aperta a cui sarebbero assegnati detenuti meno “problematici”. Soltanto in un caso viene riportato come il ritorno alla custodia chiusa abbia determinato una minore incidenza di eventi critici.

References

References
1 Per i suicidi e gli autolesionismi si faccia riferimento al capitolo dedicato.