I media molto spesso offrono una comunicazione in materia criminale intrisa di stereotipi. L’autore o il presunto autore di un reato vede specificata sempre la sua nazionalità quando non è italiano. Questa modalità, accompagnata dal soprassedere quando invece l’autore è italiano, contribuisce a creare una distorsione nella percezione che l’opinione pubblica ha da un lato del crimine e dall’altro del criminale.
Nel corso dell’ultimo trentennio il nostro Paese, è cosa nota, è diventato territorio di migrazione da parte di persone provenienti da altri Paesi europei – per lo più dell’est – e da altri continenti. Si è assistito a una crescita di presenze di stranieri residenti in Italia che al primo gennaio 2021 ha superato quota 5 milioni e centomila persone.
Tornando alla distorsione nella percezione del fenomeno criminale, uno sguardo ai dati sul carcere aiuta a rompere il pregiudizio, sfatando falsi miti.
Guardando al tasso di detenzione degli stranieri, ovvero al rapporto tra gli stranieri effettivamente detenuti in carcere in Italia e quelli presenti regolarmente sul nostro territorio nello stesso periodo, possiamo notare come questo si sia più che dimezzato dal 2008 al 2021.
A fronte dell’importante crescita delle presenze di stranieri regolari in Italia – numeri che comunque non tengono conto invece dei molti stranieri presenti sul territorio, ma non residenti – il tasso di detenzione di cittadini non italiani ha visto un altrettanto decisiva diminuzione passando dallo 0,71% del 2008 allo 0,33% del 2021.
Detenuti stranieri presenti
Gli ultimi dati disponibili al 31 marzo 2022, vedono scendere ancora la percentuale di detenuti stranieri presenti sul totale della popolazione ristretta in Italia: il 31,3% dei reclusi infatti non era italiano (17.104 persone su 54.609).
Andando ad analizzare lo storico delle presenze di detenuti stranieri negli istituti penitenziari italiani, è possibile vedere come a fronte di un apice nel 2011 con il 36,1% dei detenuti in carcere che aveva una cittadinanza diversa da quella italiana, questa percentuale è andata poi progressivamente e costantemente a diminuire, scendendo sotto il 31% già nel 2021.
La distribuzione della popolazione reclusa straniera negli istituti penitenziari italiani non è omogenea. Infatti, vi sono alcune aree geografiche dove le carceri accolgono un maggior numero di detenuti stranieri rispetto ad altre. Andiamo a vedere nel dettaglio. Negli istituti del Trentino Alto Adige la presenza di detenuti stranieri è del 59,6%, nell’unico istituto della Valle d’Aosta è di poco sopra il 59% e negli istituti liguri è pari al 56,2%. Altre Regioni con una presenza sopra la media sono: Emilia-Romagna (47,8%), Toscana (47%), Lombardia (45,4%) Friuli Venezia Giulia (39,9%). Le regioni con una presenza straniera sotto la media sono invece: la Basilicata (10,7%), la Campania (13,4%), la Puglia (14,7%), , la Sicilia (15,6%), l’Abruzzo (16,6%) e la Calabria (22,9%).
Discorso analogo può essere fatto sui singoli istituti; alcuni hanno numeri percentuali ben al di sopra della media. Sopra al 60% di presenze troviamo la casa di reclusione di Cremona (71,8%), la casa circondariale di Padova (67,5%), le case di reclusione di Arbus (67,2%) e di Onani (66,9%) entrambe in Sardegna, la casa circondariale di Sollicciano a Firenze (66,9%) la casa circondariale di Venezia (64%), la casa di reclusione di San Remo (63,1%), la casa circondariale di Lodi (62,9%), le case circondariali di Trieste (61,5%), Verona e Milano San Vittore (61,3%), e quelle di Arezzo (60,7%) Modena (60,1%) e di Alessandria (60%). Mentre alcuni istituti hanno percentuali di presenza al di sotto del 5% per quanto riguarda i detenuti stranieri; tra questi troviamo le case di reclusione di Sulmona (1,8%), Fossombrone e Altamura (2,3%), Eboli (2,9%), Saluzzo (3,8%), Tempio Pausania (3,9%) e San Gimignano (4,1%) e le case circondariali di Giarre (4%) e Vallo della Lucania (4,1%).
In termini assoluti vi sono alcuni istituti con un grandissimo numero di stranieri presenti: nella casa circondariale di Torino erano 663 (45,6% sul totale), mentre a Milano San Vittore 575 (61,3% sul totale); nella casa di reclusione di Bollate a Milano erano 536 (il 40,1% sul totale). A Regina Coeli a Roma 479 detenuti erano stranieri (51,3% del totale) e a Rebibbia Nuovo Complesso, sempre a Roma, 444 (33% sul totale).
Posizione giuridica, pene, reati e recidiva
I detenuti stranieri al 31 marzo 2022, erano in maggioranza definitivi (11.641), mentre gli imputati erano 5.403 e gli internati 60. Tra i non definitivi, 2.902 erano in attesa di primo giudizio, 1.245 appellanti e 1.077 ricorrenti. Se i detenuti in attesa di giudizio rappresentano in totale (quindi italiani e stranieri) il 15,6% della popolazione ristretta, i soli detenuti stranieri in attesa di primo giudizio rappresentano il 17% sul totale dei detenuti stranieri e questo dato dimostra come generalmente i detenuti stranieri siano maggiormente colpiti dalla misura cautelare del carcere rispetto agli italiani.
La pena residua dei detenuti stranieri (dati al 31/12/2021) è generalmente più bassa rispetto al totale della popolazione detenuta: il 24,3% degli stranieri sconta infatti un residuo di pena tra 0 e 1 anno – a fronte di una percentuale generale del 18%. Il 42,2% degli stranieri sconta tra 0 e 5 anni di residuo pena, a fronte del 37,6% del totale della popolazione detenuta che sconta lo stesso residuo.
Solo il 2,6% dei detenuti stranieri ha una pena inflitta a più di 20 anni di carcere, a fronte del 6,6% della popolazione totale detenuta. l’1% dei detenuti stranieri sconta la pena dell’ergastolo, a fronte del 4,8% del totale della popolazione detenuta.
Venendo ai reati, al 31 dicembre 2021 lo 0,7% dei reati di cui erano accusati o condannati detenuti stranieri era l’associazione di stampo mafioso (416bis), reato che riguarda invece il 5,7% del totale dei detenuti. La maggior parte dei reati che interessano i detenuti stranieri sono: contro il patrimonio (25,7%), contro la persona (22%), e il testo unico in materia di stupefacenti (18%).
Al 31 dicembre 2021 il 54,5% dei detenuti stranieri era alla prima carcerazione e mentre il 68,9% dei detenuti italiani aveva precedenti carcerazioni. Solo lo 0,5% dei detenuti stranieri aveva 10 o più carcerazioni alle spalle, a fronte del 4,2% dei detenuti italiani in questa stessa condizione.
Aree di provenienza
La nazionalità diversa dall’italiana più rappresentata negli istituti penitenziari italiani, con i dati al 31 marzo 2022, è ancora quella marocchina che rappresenta il 19,9% dei detenuti stranieri reclusi. Vi è poi la rumena (11,9%), l’albanese (10,7%), la tunisina (10,2%) e la nigeriana (7,5%).
Per quanto riguarda le donne tra queste nazionalità in modo particolare sono rappresentate la rumena e la nigeriana, mentre assai poche sono le donne detenute provenienti dalla regione del Maghreb e quasi tutte (42) hanno cittadinanza marocchina.
Sesso ed età dei detenuti stranieri
Le donne straniere detenute in carcere in Italia al 31 marzo 2022 erano 727 su un totale di 17.104 detenuti non italiani, rappresentavano così il 4,3% dei detenuti stranieri. Le donne italiane detenute sono 1549 che rappresentano il 4,1% del totale dei detenuti italiani (37.505).
I dati del DAP al 31 dicembre 2021, ci dicono che la fascia d’età più rappresentata tra i detenuti stranieri è quella tra i 30 e i 34 anni, mentre sul totale dei detenuti è quella tra i 50 e i 59. Possiamo pertanto dire che i detenuti stranieri sono generalmente più giovani di quelli italiani. Questa supposizione è rafforzata anche dal fatto che se sul totale dei detenuti il 30,6% ha tra i 18 e i 34 anni, sul totale dei detenuti stranieri il 45,9% appartiene alla stessa fascia d’età. Inoltre se l’1,8% dei detenuti ha più di 70 anni, solo lo 0,2% sono stranieri.