Primo rapporto sulle donne detenute in Italia

Casa di Reclusione femminile di Trani

Casa di Reclusione femminile di Trani

Casa di Reclusione femminile di Trani

1024 576 Primo rapporto sulle donne detenute in Italia

Casa di Reclusione femminile di Trani

Indirizzo: Via piazza Plebiscito, 18 76125 Trani (BT)
Telefono: 0883 481019
Email: [email protected]
Pec: [email protected]
Tipologia: Casa di Reclusione femminile
Dislocazione: urbana

Aspetti identificativi e problematiche

Il carcere femminile di Trani è una delle due Case di Reclusione femminili presenti in Italia. Al momento della visita erano presenti 42 donne, a fronte di una capienza di 28 posti. Sono tutte detenute in regime comune, divise in due sezioni penali. L’istituto è ospitato in un edificio dell’800 con begli ambienti interni, ma che non ha mai visto opere di ammodernamento. Il soffitto in alcuni ambienti è interessato da infiltrazioni, umidità, caduta di calcinacci. L’istituto non presenta inoltre spazi verdi e i cortili dei passeggi sono piccoli e spogli. Il carcere avrebbe necessità di essere reso più consono alle esigenze delle donne recluse. L’assenza di spazi aperti pesa indubbiamente nei periodi estivi quando non è possibile nemmeno permanere nei passeggi vista la mancanza di una copertura per l’ombra. La pandemia ha accentuato l’isolamento delle ospiti di questa struttura, che non beneficiano di attività di particolare rilievo, a parte il lavoro, che occupa poche di loro. Si segnala in generale un’assistenza sanitaria esigua, considerato il numero limitato di ore di presenza dei medici all’interno dell’istituto.

Struttura

La struttura risale al 1800, fu inizialmente adibita a monastero. Nel 1860 divenne il carcere della città di Trani e ospita al suo interno un istituto di pena femminile. L’istituto si trova nel centro della città ed è facilmente raggiungibile dalla stazione ferroviaria con una passeggiata di 10 minuti. L’edificio presenta soffitti con volte alte, e una suggestiva cripta al cui interno si svolgono le funzioni religiose. La struttura non presenta, pur nella sua longevità, la necessità di grandi interventi, ma di manutenzione ordinaria. In alcune stanze, soprattutto nel refettorio, sono presenti muffa e infiltrazioni.

Gli spazi detentivi
Vi sono due sezioni: penale A e penale B; in quest’ultima vige il regime di celle aperte. Al momento della visita era appena arrivata una donna detenuta AS3, la quale era collocata in una cella singola e svolgeva da sola le ore d’aria (in attesa di essere trasferita altrove).
L’istituto presenta celle da circa 14 mq “lordi”, che possono arrivare ad ospitare fino a 5 persone recluse. Le celle sono situate al primo piano, con finestre ampie e prive di schermatura. In una delle cella visitate si è riscontrata la presenza di 6 posti letto, dove erano collocate 4 persone, per uno spazio, compreso di mobilio, molto contenuto. Nell’altra cella visitata, un camerone, vi era invece uno spazio molto ampio e meglio strutturato. In tutte le celle visitate sono garantiti 3 mq calpestabili a persone. L’ambiente bagno, collocato all’interno di tutte le celle in un piccolo locale separato, è dotato di bidet ed acqua calda, mentre il locale docce è situato all’esterno. Il riscaldamento funzionante. In tutte le sezioni le celle sono aperte almeno 8 ore al giorno e le persone hanno accesso a più di 4 ore di aria. La cella adibita ad isolamento è luminosa e normalmente arredata.

Gli spazi comuni
All’interno delle sezioni detentive visitate ci sono spazi per la socialità. Vi è una grande sala comune, adibita a refettorio, dove sono presenti anche attrezzi per fare esercizio fisico. Lo spazio è molto ampio ma al tempo stesso vuoto. E’ presente una biblioteca ma non è accessibile come spazio comune, ma solo di transito per il possesso dei libri. E’ comunque curato: sono presenti due armadi con una buona varietà di libri, anche in lingua inglese. Oltre al refettorio comune è presente un ampio spazio dedicato essenzialmente alle attività dell’officina creativa, dove alcune donne fanno attività di cucito. Sono presenti spazi esclusivamente dedicati a scuola e formazione e altri per le lavorazioni. Non sono presenti spazi esclusivamente dedicati al culto per non cattolico.
Gli spazi per i passeggi sono spogli, piccoli e privi di coperture per pioggia, intemperie e sole. Tutte le persone detenute hanno accesso settimanale ad una palestra ma non ad un campo sportivo e non c’è l’area verde per i colloqui nei mesi estivi. L’unico spazio esterno presente è il cortile. Questo, seppur curato con piante e fiori, non è utilizzato dalle donne detenute, ma essenzialmente, per convegni ed iniziative in cui è coinvolta la Casa di Reclusione.

Donne detenute

Al momento della visita erano presenti 42 donne detenute, a fronte di 28 posti disponibili. Di queste, 31 avevano una condanna definitiva, una era una donna internata. Vi era poi una persona appartenente al circuito dell’Alta Sicurezza (AS3), in attesa di essere trasferita. Le donne straniere erano 7. All’interno dell’istituto vengono ospitate donne detenute in regime di Media sicurezza e internate.

Personale

Il Direttore è il Dott. Giuseppe Altomare, incaricato anche in altro istituto. E’ presente anche un vicedirettore. Vi è un unico funzionario giuridico-pedagogico, così come previsto dalla pianta organica. Anche il numero delle unità di Polizia penitenziaria effettivamente presente corrisponde a quello previsto in pianta organica, ossia 30. Oltre al cappellano era presente un ministro del culto dei Testimoni di Geova. Non sono presenti mediatori linguistici e culturali, mentre i volontari che operano nell’istituto sono 30. Il Magistrato di sorveglianza entra in istituto senza regolarità, solo per casi eccezionali o particolari.

Salute

Non è garantita la presenza di un medico 24 ore su 24. Lo psichiatra e lo psicologo sono presenti in entrambi i casi 3 ore alla settimana. E’ garantito un servizio di ginecologia, ma non uno di ostetricia. Nel 2020 non sono state effettuate traduzioni per motivi sanitari. Non accedono medici del Ser.D, ma non sono state segnalate particolari situazioni rispetto alle persone tossicodipendenti. Al momento della visita non vi erano detenute in attesa di un posto in REMS, né in “osservazione psichiatrica” per accertamento delle infermità psichiatriche, ne’ con “infermità psichica sopravvenuta” (art. 148 c.p.).
Si segnala in generale un’assistenza sanitaria esigua, considerato il numero limitato di ore dedicate dai medici alle persone detenute presso l’istituto.

Eventi critici e sistema disciplinare

Nel corso del 2020 si è verificato un caso di autolesionismo, mentre non si sono verificati casi di tentato suicidio o di suicidio. Esiste un “Protocollo di prevenzione del rischio suicidario in istituto” così come richiesto dall’OMS e dal Dap. L’unica aggressione rilevata all’anno 2020 è avvenuta tra detenute per futili motivi. Nel 2020 non è stato disposto nessun isolamento per ragioni disciplinari.

Maternità

Non sono presenti nell’istituto strutture e servizi disponibili per le donne con prole al seguito.

Scuola, lavoro e formazione professionale

Al momento della visita era presente solo un corso di scuola media, frequentato da 10 donne. Erano 22 le donne che lavoravano alle dipendenze dell’Amministrazione penitenziaria, mentre erano 2 quelle alle dipendenze del datore di lavoro esterno, la Cooperativa Officina Creativa, che realizza borse con materiale di riciclaggio. Erano 5 le persone detenute coinvolte in corsi di formazione professionale. L’Officina creativa, in cui le donne fanno attività di cucito, era poco frequentata, soprattutto per la gratuità dell’attività stessa, richiesta nella fase di formazione. L’azienda richiede espressamente che le donne detenute che intendono lavorare per essa seguano preliminarmente un corso di formazione gratuito al termine del quale possono presentare richiesta di impiego. Questo tipo di percorso per molte donne non è sostenibile, perché il bisogno di lavorare e ricevere una retribuzione utile per il loro sostentamento e quello delle loro famiglie è fondamentale. Viene comunicato, inoltre, che in ragione dell’interesse in comune del personale dell’istituto e delle donne detenute nel curare le mura storiche del carcere, era stato consentito ad alcune di esse di effettuare opere di tinteggiatura, per le quali erano in attesa delle attrezzature adeguate.

Attività ricreative, culturali e sportive

La pandemia ha accentuato l’isolamento degli ospiti di questa struttura, che non beneficiano di attività. Al momento della visita non vi era nessuna attività sportiva, culturale o ricreativa in corso.

Contatti con l’esterno

Si svolgono colloqui anche il sabato e la domenica, ma non in orari pomeridiani. La prenotazione avviene solo telefonicamente. Meno del 25% delle detenute effettua regolarmente colloqui in presenza, mentre oltre l’80% effettua telefonate straordinarie e videochiamate con i familiari. Le videochiamate sono sostitutive dei colloqui in presenza e durano oltre 30 minuti. Non è prevista una qualche forma di accesso al web per le persone detenute.