Primo rapporto sulle donne detenute in Italia

Sezione femminile Casa Circondariale di Teramo

Sezione femminile Casa Circondariale di Teramo

Sezione femminile Casa Circondariale di Teramo

1024 576 Primo rapporto sulle donne detenute in Italia

Sezione femminile Casa Circondariale di Teramo

Indirizzo: Contrada Castrogno 1, 64100 Teramo
Telefono: 0861 414777
Email: [email protected]
PEC: [email protected]
Tipologia: sezione femminile in Casa Circondariale maschile
Dislocazione: extraurbana

Aspetti identificativi e problematiche

La Casa Circondariale di Teramo è composta da quattro sezioni detentive maschili (Media sicurezza, Alta sicurezza, protetti e semiliberi) e due sezioni femminili (Media sicurezza e Sezione a Trattamento Avanzato Femminile – STAF). Al momento della visita erano presenti 385 persone, di cui 28 donne. Particolarmente evidenti sono le criticità della struttura. A partire dalle celle, tutte senza doccia né acqua calda e dunque inadatte per permanenze molto prolungate. Carenti sono anche le opportunità trattamentali, limitate attualmente al lavoro domestico e alla scuola. Mancano lavorazioni e da tempo non sono più attivi corsi di formazione professionale.

Struttura

La Casa Circondariale di Teramo, nonostante si trovi a 4 km dal centro urbano, è mal collegata. Le corse dei mezzi pubblici sono soltanto due al giorno e le condizioni di accesso, anche qualora si disponga di una macchina, sono inadeguate a causa del dissesto del manto stradale: è appena stato rifatto ma presenta già danneggiamenti e buche e quando nevica il collegamento è molto difficile.
L’istituto è composto da un edificio centrale che si sviluppa su cinque piani con quattro distinte sezioni detentive e con tre differenti circuiti penitenziari, ovvero alta e media sicurezza maschile e media sicurezza femminile. La sezione femminile e per semiliberi, sono collocate in due edifici adiacenti, al pian terreno.

Spazi detentivi
La sezione femminile si articola a sua volta in due semi-sezioni, una di fronte all’altra. Le celle ospitano al massimo due detenute in un letto a castello. Generalmente appaiono in buone condizioni di pulizia e manutenzione. Hanno un bagno con finestra in ambiente separato, usato anche come cucina. Non c’è doccia, né bidet. L’acqua calda non è garantita in tutte le celle, mentre il riscaldamento è funzionante. Le finestre sono schermate da una rete ma questa spesso viene rotta e la spazzatura viene gettata fuori, su delle coperture difficili da raggiungere e che restano dunque a lungo ingombre di rifiuti. Le celle sono aperte almeno 8 ore al giorno. Le donne hanno accesso a più di 4 ore d’aria al giorno.
Nell’istituto è presente un reparto esterno, sezione a trattamento avanzato femminile (STAF), per la tutela della genitorialità che prevede 4 stanze per le donne madri e i loro bambini. La sezione, fondata nel 2015, non è mai stata usata.

Spazi comuni
Oltre all’area passeggi è presente un’area verde che, però, non è stata più usata dall’inizio della pandemia da Covid-19. La palestra, invece, è stata rimessa da poco in funzione e le donne detenute vi hanno accesso settimanalmente. C’è una sala della socialità attrezzata con televisore, tavolo da calcetto e tavolo da ping pong. E’ presente un’area verde per i colloqui, mai usata dall’inizio della pandemia.
In istituto è poi presente un’infermeria, un teatro, una cappella a volte usata anche per attività trattamentali e una biblioteca. Al piano interrato ci sono 4 aule predisposte per videoconferenze. Sempre nell’edificio principale, per facilitare la frequentazione di attività educative e scolastiche, sono stati ricavati dei box/aula su ogni piano.

Donne detenute

Al momento della visita erano presenti 28 donne a fronte di una capienza di 30 posti. Tutte le donne erano recluse in regime di Media sicurezza. Per quanto riguarda la posizione giuridica, 20 donne erano condannate in via definitiva. Una donna era autorizzata al lavoro all’esterno ex art. 21 OP. La sezione a custodia attenuata – vuota al momento della visita – dispone di 4 camere.

Personale

Il direttore (Dott. Stefano Luca Liberatore) è incaricato solo in questo istituto. Non vi sono Vicedirettori. La pianta organica prevede 5 funzionari giuridico-pedagogici, ma ne sono effettivamente presenti solo 3. Per quanto riguarda la Polizia penitenziaria, i presenti sono 151 su 215 previsti. I mediatori linguistici culturali (disponibili solo per le lingue inglese e francese) sono esperti ex art. 80 OP. Svolgono un servizio di 10 ore settimanali.
Il magistrato di sorveglianza entra in istituto solo per casi eccezionali o particolari e dall’inizio della pandemia da Covid-19 vi ha fatto ingresso una sola volta. Si lamenta la carenza di organico della magistratura di sorveglianza, dato che è rimasto un solo magistrato per Teramo che segue peraltro anche altri istituti.
Oltre al cappellano cattolico sono presenti ministri di culto cristiano evangelico; mentre i Testimoni di Geova non sono più tornati dall’inizio della pandemia. Il volontariato è piuttosto attivo ed è prevalentemente di orientamento confessionale: cattolici ed evangelici gestiscono in partnership uno sportello per i bisogni di vestiario dei detenuti non abbienti.

Salute

In istituto è presente di un medico 24 ore su 24. Gli psichiatri e gli psicologi garantiscono un monte orario di 30 ore settimanali per ciascun servizio. È garantito il servizio di ginecologia per le donne detenute, ma non di ostetricia. Non c’è la cartella clinica informatizzata, ma una cartella elettronica condivisa tra i soli operatori dell’istituto.
In conseguenza della pandemia da Covid-19 il reparto al piano terra – originariamente destinato all’isolamento ed ai nuovi giunti – è ora dedicato all’isolamento per quarantena. Si sono verificati casi di positività tra le persone detenute e il personale, ma mai focolai significativi o particolari criticità al riguardo.

Eventi critici e sistema disciplinare

Nel 2020 nella sezione femminile sono stati registrati 5 casi di autolesionismo e sono stati emessi 3 provvedimenti di isolamento disciplinare con conseguente esclusione dalle attività in comune. Esiste un “Protocollo di prevenzione del rischio suicidario in Istituto” così come richiesto dall’OMS e dal Dap, aggiornato il 22/10/2018.

Maternità

Nell’istituto è presente un reparto esterno (STAF, Sezione a Trattamento Avanzato Femminile) per la tutela della genitorialità, con 4 stanze per le detenute madri e i loro bambini. Costruita nel 2015, questa sezione non è mai stata usata poiché le madri con bambini, che raramente entrano in Istituto, dopo un periodo generalmente breve trascorso nelle celle apposite della sezione ordinaria, vengono trasferite altrove. Al momento della nostra visita, infatti, non vi erano bambini presenti in Istituto.

Scuola, lavoro e formazione professionale

Al momento della visita, 9 donne erano iscritte a corsi scolastici. Le donne che lavoravano alle dipendenze dell’Amministrazione Penitenziaria erano 10, mentre nessuna per datori di lavoro esterni. Nell’istituto sono ormai anni che non vengono attivati corsi di formazione professionale, né per le donne né per gli uomini detenuti.

Attività ricreative, culturali e sportive

Non vi sono attività culturali, sportive o ricreative attualmente in corso. Alle donne detenute viene settimanalmente consentito l’ingresso nella palestra di sezione, recentemente ristrutturata. Non sono previste attività comuni che vedano coinvolte uomini e donne detenute.

Contatti con l’esterno

I colloqui, prenotabili solo telefonicamente, si svolgono anche il pomeriggio e – una volta al mese – la domenica. Vengono concesse le videochiamate con i familiari, come incontro sostitutivo ai colloqui e della durata compresa tra i 15 e i 30 minuti.
Le donne detenute possono fare fino a 3 chiamate alla settimana o anche più, in casi straordinari. A detta del personale di polizia dell’istituto non ci sarebbero controindicazioni a rendere permanente la disciplina attuale.