Isolamento ed eventi critici

Isolamento ed eventi critici

1024 538 Diciannovesimo rapporto sulle condizioni di detenzione

Isolamento ed eventi critici

Nel mondo penitenziario gli eventi critici sono tutti quegli avvenimenti che mettono a repentaglio la sicurezza delle persone detenute, del personale o la sicurezza dell’istituto. Più in generale gli eventi critici possono dare un’indicazione del clima interno dell’istituto anche in relazione al tipo di popolazione ristretta, i rapporti fra personale e detenuti e le modalità di gestione dei conflitti.

Gli eventi critici includono avvenimenti molto diversi fra loro come ad esempio le morti, i suicidi1), gli episodi di autolesionismo, le aggressioni, gli atti di protesta e gli isolamenti disciplinari. Durante le visite dell’Osservatorio agli eventi critici è riservato uno spazio piuttosto ampio sia dal punto di vista numerico che descrittivo.

Dal punto di vista qualitativo e descrittivo, gli osservatori di Antigone riportano situazioni molto diverse rispetto ai luoghi e alle condizioni nelle quali l’isolamento (disciplinare) viene eseguito.

Isolamento

Nell’ambito della privazione della libertà personale l’isolamento è un momento piuttosto delicato che deve essere monitorato con attenzione. Dal punto di vista qualitativo e descrittivo, gli osservatori di Antigone riportano situazioni molto diverse rispetto ai luoghi e alle condizioni nelle quali l’isolamento (disciplinare) viene eseguito.

In alcuni istituti l’isolamento disciplinare viene eseguito nella cella del detenuto stesso nel caso in cui sia allocato in cella singola (come ad esempio nella Casa Circondariale di Locri o nella Casa di Reclusione di Bollate), oppure in una specifica cella all’interno della sezione (come nella Casa Circondariale di Trani). In alcuni casi si riporta che l’isolamento non può essere eseguito per mancanza di spazi (come nella Casa Circondariale di Brindisi) e in alcuni istituti è stato specificato che la mancata esecuzione è dovuta alla riconversione degli spazi dell’isolamento disciplinare a spazi per l’isolamento sanitario o per il periodo di quarantena (come nella Casa Circondariale di Bari, nella Casa Circondariale e Reclusione di Larino e nella Casa Circondariale di Venezia-Santa Maria Maggiore). In alcuni istituti invece all’isolamento vengono destinate celle nella sezione nuovi giunti (come nella Casa circondariale di Vibo Valentia – Nuovo Complesso) oppure nella sezione transito (come nella Casa circondariale Catania Bicocca).

Infine nel caso in cui all’isolamento siano dedicate una o più sezioni è importante verificare le condizioni delle celle, che possono essere uguali alle normali stanze detentive (come nella Casa di Reclusione di Augusta e nella Casa circondariale e di reclusione di Campobasso) a volte anche doppie a uso singolo, oppure più spoglie (come nella Casa Circondariale di Roma “Regina Coeli” o nella Casa di Reclusione di Alessandria “San Michele”) fino ad arrivare a essere descritte come lisce (ovvero prive di suppellettili e mobilio tranne il letto, spesso ancorato al pavimento, e i sanitari) come nella Casa Circondariale di Cuneo.

Anche rispetto alle condizioni materiali, la situazione è molto disomogenea. In alcuni istituti le condizioni delle celle vengono descritte come buone (come ad esempio nella Casa Circondariale di Terni o nella Casa Circondariale Palermo Pagliarelli “Antonio Lorusso”) o discrete (come nella Casa di reclusione di Asti) mentre in altri casi gli osservatori hanno trovato celle degradate (come ad esempio nella Casa Circondariale di Ancona – Montacuto), oppure strutturalmente degradate, buie e con tubi che perdono acqua (come nella Casa Circondariale di Cuneo), oppure sporche, prive di arredi e con bagni non separati (come nella Casa di reclusione “Gian Battista Novelli” di Carinola), oppure ancora prive di riscaldamento (come nella Casa di Reclusione di Parma).

Per esempio nella Casa di Reclusione di Augusta al momento della visita nella sezione di isolamento erano presenti 19 persone di cui nessuna isolata per motivi disciplinari

Una peculiarità che a volte emerge dalle visite dell’Osservatorio riguarda le motivazioni per le quali i detenuti sono allocati nelle sezioni (o celle) di isolamento. In alcuni casi infatti le celle di isolamento non vengono utilizzate solo per l’isolamento disciplinare. Per esempio nella Casa di Reclusione di Augusta al momento della visita nella sezione di isolamento erano presenti 19 persone di cui nessuna isolata per motivi disciplinari: alcune erano detenute nella sezione di isolamento per “particolari cautele” ex art 32 del Regolamento, altre per via di divieti di incontro e altri per via di litigi avvenuti in un’altra sezione (protetti), ma anche per eseguire gli isolamenti fiduciari (quarantena di 5 giorni in ingresso) nel caso di mancanza di altri spazi. Ancora, nella Casa Circondariale di Catania “Piazza Lanza” al momento della visita erano presenti 6 detenuti nella sezione isolamento di cui nessuno per motivi disciplinari: 4 per eseguire l’isolamento fiduciario e 2 perché detenuti con problemi psichiatrici. Ultimo esempio, nella Casa Circondariale di Viterbo al momento della visita erano ristrette 7 persone nella sezione isolamento ma solo provvisoriamente per essere ricollocati, avendo problemi con altri detenuti. Dunque, nessuno di loro stava scontando il provvedimento disciplinare dell’isolamento.

Secondo le informazioni pubblicate dal Garante Nazionale nella sua Relazione Annuale del 2022, al 28 aprile 2022 nelle carceri italiane erano presenti 102 sezioni per l’isolamento disciplinare (89 maschili e 13 femminili) e i presenti erano 281 (252 uomini e 29 donne)

Secondo le informazioni pubblicate dal Garante Nazionale nella sua Relazione Annuale del 2022, al 28 aprile 2022 nelle carceri italiane erano presenti 102 sezioni per l’isolamento disciplinare (89 maschili e 13 femminili) e i presenti erano 281 (252 uomini e 29 donne). L’Osservatorio di Antigone durante le sue visite effettuate nel 2022 ha raccolto dati sul numero degli isolamenti disciplinari eseguiti nell’anno precedente (quindi nel 2021) in 62 istituti e ha riscontrato un totale di 3.336 isolamenti che si traducono in una media di circa 15 isolamenti ogni 100 detenuti. La situazione nei singoli istituti può variare considerevolmente.

Si passa infatti da un rapporto quasi 1 a 1 nella Casa Circondariale di Ancona – Montacuto dove vengono segnalati 313 isolamenti eseguiti nel 2021 a fronte di 315 presenti. Molto alti anche i dati riguardanti la Casa Circondariale di Brindisi (86,5 isolamenti ogni 100 detenuti) e la Casa Circondariale di Salerno “Antonio Caputo” (80 isolamenti ogni 100 detenuti). Fra gli istituti con i rapporti più vicini alla media si trovano la Casa di reclusione di Alessandria “San Michele” (13,3 isolamenti ogni 100 detenuti) e la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere “F. Uccella” (16,2 isolamenti ogni 100 detenuti).

Altri eventi critici

Tutti gli eventi critici sono registrati a livello centrale e danno un’indicazione di massima del clima negli istituti penitenziari. Alcune delle categorie di eventi critici vengono riportate dal Garante Nazionale nella sua Relazione Annuale. Nell’ultima Relazione si fa riferimento ad alcuni dati riferiti al 2021. Rispetto ai 33.663 eventi critici riportati dal Garante per il 2021 si nota una diminuzione rispetto al 2020 e un ritorno a delle cifre più simile a quelle del 2019, benché si debba considerare che nel 2021 la situazione penitenziaria fosse ancora piuttosto limitata e che il numero dei detenuti fosse significativamente inferiore. Infatti il Garante riporta il numero degli eventi critici ogni 100 detenuti mediamente presenti per il quale nel 2021 si ha un totale di 62,6 eventi critici ogni 100 detenuti mediamente presenti, in diminuzione rispetto ai 64,4 del 2020, ma in aumento rispetto ai 55,9 del 2019.

Rispetto alle diverse categorie di eventi critici nel 2021 le manifestazioni di protesta individuali e collettive sono state 24,9 ogni 100 detenuti, seguono gli atti di auto-danno intenzionale (24,3 ogni 100 detenuti), a una distanza significativa si trovano le aggressioni (9,5 ogni 100 detenuti) e infine gli atti coercitivi (3,9 ogni 100 detenuti).

Anche i dati raccolti dall’Osservatorio di Antigone fanno riferimento al 2021 e si riferiscono a un campione più limitato per via del numero di visite effettuate e della messa a disposizione dei dati da parte degli istituti. Va ricordato che il numero riportato riguarda il numero di episodi e non il numero di detenuti, quindi più episodi possono riguardare anche le stesse persone.

In particolare, sui 78 istituti in cui il dato è stato raccolto, gli episodi di autolesionismo sono stati una media di 19 ogni 100 detenuti con il tasso più alto nella Casa circondariale di Ferrara “Costantino Satta” (79,6 episodi ogni 100 detenuti), seguita dalla Casa Circondariale Don Bosco di Pisa con 67,5 episodi ogni 100 detenuti. Fra i tassi più bassi invece si trovano istituti piuttosto piccoli come la Casa Circondariale di Chieti (dove erano 98 i presenti al momento della visita e contava 1 episodio ogni 100 detenuti).

Rispetto ai tentati suicidi, sui 77 istituti in cui il dato è stato raccolto, gli episodi sono stati una media di 2,3 ogni 100 detenuti. Il dato più alto è stato registrato nella Casa circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto “Vittorio Madia” (8,9 tentati suicidi ogni 100 detenuti) seguito dalla Casa Circondariale S.Anna di Modena (7,2 episodi ogni 100 detenuti presenti), ma molti sono anche gli istituti in cui non è stato registrato alcun episodio nel 2021.

Seguono le aggressioni, che l’Osservatorio suddivide fra aggressioni al personale e aggressioni fra detenuti. Il dato delle aggressioni al personale ogni 100 detenuti è stato raccolto in 77 istituti per il 2021 ed ha una media di 2,6. Il dato più alto di 35 aggressioni al personale ogni 100 detenuti è stato raccolto nella Casa Circondariale di Lucca “San Giorgio”, dove viene riportato che all’inizio del 2021 si sono verificati momenti di tensione sfociati in violenza che hanno causato la chiusura di una sezione. Il secondo dato è infatti molto più basso (17,7 aggressioni ogni 100 detenuti) e riguarda la Casa Circondariale di Monza.

Più alta la media delle aggressioni fra detenuti (6,6 ogni 100 detenuti) che sono state raccolte in 66 istituti. La più alta si registra nella Casa circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto “Vittorio Madia” (30,3 aggressioni ogni 100 detenuti) seguita dalla Casa Circondariale di Lodi con 19,4 aggressioni ogni 100 detenuti.

Dai dati raccolti emerge una situazione particolarmente preoccupante nell’istituto di Barcellona Pozzo di Gotto, che si colloca al primo posto per il tasso di aggressioni fra detenuti (30,3), al primo posto per i tentati suicidi (8,9), al terzo posto per le aggressioni al personale (13,4)

Dai dati raccolti emerge una situazione particolarmente preoccupante nell’istituto di Barcellona Pozzo di Gotto, che si colloca al primo posto per il tasso di aggressioni fra detenuti (30,3), al primo posto per i tentati suicidi (8,9), al terzo posto per le aggressioni al personale (13,4), al tredicesimo posto per il tasso di atti di autolesionismo (35,8) e al tredicesimo posto per il tasso di provvedimenti di isolamento (23,3).

Sono numeri certamente elevatissimi, ma forse non del tutto sorprendenti. Tra i presenti, che al momento della nostra visita a luglio del 2022 erano 201, l’incidenza di persone con disagio psichico era elevatissima. Barcellona ospita l’unica Articolazione per la tutela della salute mentale della Sicilia e la più grande d’Italia, in quel momento con 42 presenze, e c’è anche una ATSM femminile, con 7 donne presenti. Nell’istituto c’è inoltre una Casa di Lavoro con 23 internati, buona parte dei quali presentavano situazioni di disagio psichico anche gravi e infine era prossima all’apertura anche una sezione di Colonia Agricola, e anche qui c’è da aspettarsi una notevole incidenza di persone con problemi di salute mentale.

La nuova vita dell’ex OPG è dunque ripartita sul solco della sua precedente caratterizzazione, ma a detta di tutti gli operatori le risorse sanitarie di cui l’istituto dispone non sono adeguate per garantire gli interventi di cura necessari.

In linea con questo quadro l’incidenza, fortunatamente assai inferiore, dei provvedimenti disciplinari. Evidentemente il tasso così elevato di eventi critici non ha tanto a che vedere con conflitti interni all’istituto quanto con le diffuse condizioni di fragilità e di disagio. Una situazione a Barcellona particolarmente evidente che probabilmente riguarda anche molti altri istituti.

References

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1 Per le morti e i suicidi si rimanda al capitolo dedicato.