Misure alternative

Misure alternative

1024 538 XVII rapporto sulle condizioni di detenzione

 

Misure alternative ancora in crescita. Superata quota 100 mila persone.

Le misure alternative alla detenzione negli ultimi anni sono andate sempre crescendo, assestandosi tra il 2019 e il 2021 attorno a quota 29 mila soggetti presi in carico dagli UEPE. L’affidamento in prova al servizio sociale al 31 gennaio 2021 rappresentava il 57,3% delle misure alternative attive, la detenzione domiciliare il 40,2% e la semilibertà il 2,5%.
I soggetti in carico agli UEPE (sono inclusi in questo computo anche i numeri della messa alla prova e di altre misure non alternative alla detenzione come la libertà vigilata ad esempio) al 15 gennaio 2021 erano 103.772, di cui 91.774 uomini (88,4%) e 11.998 donne (11,56%). Gli stranieri erano 18.784 (il 18,1% sul totale) e la maggior parte delle donne straniere, in totale 2.179 (l’11,6%) proveniva dal continente europeo (1.186 ovvero il 54,4% delle donne straniere in carico agli UEPE). Discorso diverso per gli uomini stranieri (in totale 16.605), dove le provenienze dall’Europa e dall’Africa arrivano quasi ad equivalersi in termini assoluti, 6.982 dal continente europeo e 6.276 da quello africano, rappresentando rispettivamente il 42% e il 37,8% sul totale degli uomini presi in carico. Il Paese straniero maggiormente rappresentato al 15 gennaio 2021 era il Marocco con 2.970 persone prese in carico, seguito da Albania (2.717), Romania (2.597), Tunisia (1.045) e Nigeria (711).
Le fasce d’età più rappresentate sono quelle tra i 30 e i 39 anni (24,2% sul totale dei presi in carico) e tra 40 e 49 anni (25,4%). Purtroppo non sono accessibili dati disaggregati relativi esclusivamente alle fasce d’età dei soggetti in misura alternativa alla detenzione.

Per quanto riguarda i numeri delle persone in misura alternativa alla detenzione, come detto, sono andati in crescendo dal 2008 ad oggi come può verificarsi dal grafico. A crescere in modo rilevante sono stati i numeri sulla detenzione domiciliare, in modo particolare a seguito dell’approvazione della legge n. 199 del 2010, e quelli sull’affidamento in prova ai servizi sociali.

Negli anni 2014-2019 le misure alternative hanno conosciuto un aumento in percentuale del +31,2%.
Tuttavia nello stesso periodo anche la popolazione detenuta in carcere ha conosciuto un aumento costante che l’ha portata, nei primissimi mesi del 2020 a superare le 61 mila unità a febbraio 2020.
Un anno dopo, al 31 gennaio 2021 i detenuti presenti in carcere erano 53.329. Un calo esito di un combinato di misure deflattive messo in piedi nel corso dell’emergenza Covid-19 al fine di evitare che gli istituti di pena troppo sovraffollati potessero trasformarsi in focolai incontrollabili, ma soprattutto dalla riduzione degli ingressi dalla libertà. Misure che Antigone ha giudicato comunque non sufficienti a scongiurare il rischio e a portare i numeri della popolazione ristretta nell’alveo della capienza regolamentare.

Tuttavia tra il 29 febbraio 2020 e il 31 gennaio 2021 la popolazione ristretta è diminuita di 7.901 persone, passando dalle 61.230 pre lockdown, alle 53.329 di fine gennaio 2021. Mentre la capienza regolamentare viene sempre superata dalle presenze effettive superando di poche centinaia le 50 mila disponibilità di posti.

Cercare di spiegare nel dettaglio questa differenza nelle presenze che cosa abbia significato in termini pratici, ovvero quanti detenuti siano usciti per fine pena, quanti per accesso a una qualche misura alternativa – come ad esempio la detenzione domiciliare in deroga come previsto dal Cura Italia – non è dato sapersi dai dati pubblicati dal Ministero della Giustizia. Tuttavia, come si vedrà di seguito, un indice importante può essere restituito anche dai numeri sugli ingressi in carcere. Ma andiamo per ordine.

La legge 199/2010 contiene le norme che vanno a regolare l’esecuzione domiciliare delle pene detentive. Inizialmente la legge disponeva la possibilità di beneficiare della misura alternativa al carcere per quei condannati con pene anche residue, non superiori all’anno. L’anno seguente alla sua introduzione per far fronte al dilagante sovraffollamento degli istituti penitenziari, è intervenuta una modifica tramite decreto legge poi convertito, che ha ampliato i criteri di concessione della misura elevando il limite di pena a 18 mesi.
Le norme introdotte nel decreto Cura-Italia del 18 marzo 2020, hanno snellito le procedure previste dalla legge 199/2010 al fine di far fronte all’emergenza sanitaria in corso. Tuttavia i dati resi noti dal DAP sui detenuti e le detenute effettivamente uscite in detenzione domiciliare ex l. 199/2010 tra gennaio 2020 e gennaio 2021 riportano che sono stati un totale di 2.226 le persone uscite dal carcere, di cui 190 donne (8,5% sul totale). Gli stranieri sono stati 891 (40% sul totale) di cui 85 donne (il 9,5% degli stranieri totali). Quindi un dato in linea con le uscite dal carcere verso la detenzione domiciliare ex l. 199/2010 in linea con il biennio precedente.
Si può immaginare che restino fuori dal computo quei detenuti usciti nei mesi dell’emergenza pandemica grazie allo snellimento delle procedure previste dalle l. n. 199/2010 e che quindi risulterebbero in deroga a questa.

Fonte: Dati DAP – Elaborazione Antigone

* questo dato indica i detenuti usciti dagli istituti penitenziari verso la detenzione domiciliare ex l. 199/2010 dal momento dell’introduzione della stessa alla data indicata

Se si analizzano i dati sulla detenzione domiciliare presentati dal Dipartimento di Giustizia Minorile e di Comunità si può leggere come vi sia stato tra il 15 gennaio 2020 e il 15 gennaio 2021 da un lato un aumento delle persone in detenzione domiciliare provenienti dal carcere e dall’altro una diminuzione dei provenienti dalla libertà.

Fonte: Dati DGCM – Elaborazione Antigone

Il dato sulla diminuzione dei detenuti in detenzione domiciliare provenienti dalla libertà deve essere letto congiuntamente alle informazioni fornite dal DAP relativamente agli ingressi in carcere nello stesso periodo considerato.

Fonte: dati DAP elaborazione Antigone

È possibile così evidenziare come vi sia stato un netto calo degli ingressi in carcere dalla libertà: 6.243 persone in meno sono entrate in carcere nel primo semestre del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2020. Mentre guardando all’intero anno hanno fatto il loro ingresso in carcere circa 11mila persone in meno.
Questi dati sembrerebbero incidere profondamente sui numeri delle presenze in carcere nel periodo considerato assai più delle diverse misure deflattive poste in essere nel corso dell’emergenza Covid-19.

Per quanto riguarda l’uscita dagli istituti penitenziari tramite l’installazione di braccialetti elettronici il dato più aggiornato è quello del Garante delle Persone Private della Libertà fermo però al 29 maggio 2020, quando “le detenzioni domiciliari concesse dal 18 marzo sono 3.555, di cui 1.005 con braccialetto elettronico”.
Tuttavia poco prima di Natale l’ex sottosegretario alla Giustizia Ferraresi aveva risposto a un’interrogazione parlamentare in merito proprio ai numeri relativi ai braccialetti elettronici e al loro effettivo utilizzo. Nella risposta purtroppo non viene però esplicitato il numero preciso dei braccialetti effettivamente attivati nel corso dell’emergenza Covid-19, Ferraresi limitandosi a rendere noti i propositi – peraltro già noti – sulle forniture extra di 5.000 braccialetti che avrebbero dovuto accompagnare le disposizioni del Cura Italia.

I dati sulla misura dell’affidamento in prova al servizio sociale anche restituiscono una diminuzione delle condanne dalla libertà e una diminuzione nei termini assoluti delle persone al 15 gennaio 2021 in carico agli UEPE con questa misura.

Fonte: Dati DGCM – Elaborazione Antigone

*Lo scarto, di pochissime unità, è rappresentato dai condannati militari

Mentre la misura della semilibertà ha sempre avuto numeri molto più bassi con al 15 gennaio 2021 755 persone in carico agli UEPE con questa misura, di cui il 97,4% uomini, con una flessione notevole anche in questo caso con i condannati dalla libertà che scendono di circa 50 unità rispetto all’anno precedente.

Fonte: Dati DGCM – Elaborazione Antigone

Fonte: Dati DGMC – Elaborazione Antigone