Primo rapporto sulle donne detenute in Italia

Sezione femminile Casa Circondariale di Trieste ’Ernesto Mari’

Sezione femminile Casa Circondariale di Trieste ’Ernesto Mari’

Sezione femminile Casa Circondariale di Trieste ’Ernesto Mari’

1024 576 Primo rapporto sulle donne detenute in Italia

Sezione femminile Casa Circondariale di Trieste ’Ernesto Mari’

Indirizzo: Via Coroneo 26, 34100
Telefono: 040 635044
E-mail: [email protected]
PEC: [email protected]
Tipologia: sezione femminile in Casa Circondariale maschile
Dislocazione: urbana

Aspetti identificativi e problematiche

La Casa Circondariale di Trieste è composta da otto sezioni, sette maschili e una femminile. Al momento della visita l’istituto ospitava complessivamente 200 persone detenute, su una capienza di 139 posti. Si riscontrava dunque, complessivamente, un alto tasso di sovraffollamento, pari al 144%. Per quanto riguarda nello specifico la sezione femminile, tale problematica non risulta particolarmente critica con una presenza di 27 donne, due in più rispetto alla capienza regolamentare.
Le condizioni generali degli spazi risultano piuttosto decadenti. Al momento della visita erano però in corso alcuni lavori di ristrutturazione, in particolare per il rifacimento dell’ambulatorio dentistico e per l’apertura di un laboratorio per radiografie. In generale si riscontrano condizioni migliori nella sezione femminile che nelle sezioni maschili, sia rispetto alle celle che agli spazi comuni. Nonostante si trovi in pieno centro città, il collegamento con le realtà territoriali risulta carente. Al momento della visita non era attivo nessun corso professionale e solo una donna lavorava, alle dipendenze dell’Amministrazione.

Struttura

L’edificio è stato costruito ai primi del ‘900 e inaugurato nel 1912. L’istituto è ben servito dai mezzi pubblici, con una fermata proprio davanti l’ingresso principale. Inoltre è possibile raggiungere a piedi la stazione dei treni. Mentre le condizioni generali delle sezioni maschili sono piuttosto problematiche, la sezione femminile appare più curata e essendo stata oggetto di recenti interventi di manutenzione. La struttura si colloca in zona extraurbana, raggiungibile tramite mezzi di trasporto pubblico. L’istituto è nato come Casa Circondariale ed è stato convertito in Casa di Reclusione nel 2014, tuttavia, la struttura risulta inadeguata a tale cambiamento: gli spazi non propriamente detentivi sono pochi e non bastano a soddisfare le esigenze di trattamento e lavoro per persone con pene detentive lunghe.

Spazi detentivi
La sezione femminile si trova al penultimo e ultimo piano della struttura. Il penultimo piano ospita le celle mentre l’ultimo è uno spazio mansardato utilizzato come area comune. Il numero delle celle è pari a 8, ciascuna pensata per 4 persone. La maggior parte delle celle hanno letti a castello e in tutte c’è un piccolo bagno separato comprensivo di wc, lavandino e bidet. Le docce, invece, sono fuori dalle celle come nelle sezioni maschili. Tra la sezione femminile e quelle maschili vi sono notevoli differenze per quanto riguarda la manutenzione: ad esempio, nel reparto femminile i muri delle celle sono stati dipinti con vari colori e in generale gli ambienti sono più curati. Nella sezione femminile si attua un regime aperto, con chiusura delle celle alle ore 19.

Spazi comuni
L’ultimo piano dell’istituto ospita gli spazi comuni della sezione femminile, all’interno dei quali vi è un ambiente con le lavatrici, una biblioteca, un ambulatorio e un laboratorio di cucina non in uso al momento della visita. All’interno della biblioteca sono presenti anche alcuni attrezzi per l’attività sportiva e un angolo per i corsi di parrucchiera, non attivi al momento della visita. Anche gli spazi comuni sono piuttosto curati. I passeggi esterni sono tre, di cui un destinato alle donne, dove svolgono le ore d’aria. In programma c’è un progetto per la riqualificazione dell’area passeggi.

Donne detenute

A fronte di una capienza regolamentare di 25 posti, al momento della visita la sezione femminile ospitava 27 donne. Di queste 13 erano di origine straniera, poco più della metà. Per quanto riguarda la posizione giuridica, 18 erano condannate in via definitiva (il 72%). Non vi erano donne in regime di semilibertà né autorizzate al lavoro all’esterno ex art. 21 OP.

Personale

Nella Casa Circondariale di Trieste vi è un Direttore, il Dott. Graziano Pujia, incaricato solo per questo istituto. Non è presente, invece, un vicedirettore. Il numero di funzionari giuridico-pedagogici previsto in pianta organica è pari a 4. Al momento dell’ultima visita in servizio sono 3, dei quali 2 sono appena entrati in servizio, uno dei quali solo part-time poiché incaricato anche a Gorizia. Le unità di Polizia penitenziaria effettivamente presenti sono 135, a fronte delle 180 previste. Vi è poi un solo mediatore culturale. Il Magistrato di sorveglianza non entra da prima dello scoppio della pandemia e attualmente effettua solo video-colloqui.

Salute

All’interno dell’istituto l’area sanitaria è affidata all’Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina (ASU GI). È garantita la presenza di un operatore sanitario h24, 7 giorni su 7. Oltre la guardia medica notturna, è garantito un presidio infermieristico per 12 ore al giorno e un presidio medico per 36 ore settimanali diurne.
Sono presenti in istituto, in modo programmato e secondo procedure concordate, i seguenti servizi specialistici: dermatologia, infettivologia, fisiatria, odontoiatria, cardiologia, neurologia, urologia, odontostomatologia, nutrizionista e chirurgia cardiovascolare. In relazione specificamente alla salute delle donne, è presente un ambulatorio dove si svolgono visite ginecologiche, senologiche e screening HPV. In caso di anamnesi positiva per abuso sessuale o altra violenza di genere viene attivato un percorso di sostegno psicologico. Viene garantita la presa in carico delle donne detenute con dipendenza patologica e disturbi mentali in collaborazione con il Dipartimento delle dipendenze e il Dipartimento di Salute Mentale. La collaborazione non prevede delle ore settimanali, ma una presa in carico dei soggetti con dipendenza patologica e disagio psichico in una logica di continuità terapeutica e di prevenzione. Gli interventi vengono modulati a seconda delle situazioni critiche che si vengono a profilare. Al momento della visita, il numero di donne con dipendenza era pari a 8, 1 con dipendenza da alcol e 7 con dipendenze da stupefacenti. Il Dipartimento per le dipendenze opera di concerto con l’area sanitaria dell’istituto garantendo: colloquio al momento dell’ingresso con le donne che si dichiarano alcol o tossico dipendenti; valutazione e diagnosi in relazione alle problematiche di dipendenza; progetto assistenziale individualizzato (attività di formazione, reinserimento socio lavorativo, proposte per misure alternative alla detenzione); somministrazione di terapia sostitutiva ove necessario.
Al momento della visita non era presente nessuna donna con una diagnosi psichiatrica grave, mentre il 51% faceva regolare uso di psicofarmaci per disagi psichici minori. Il Dipartimento per la Salute Mentale garantisce visite specialistiche e colloqui di sostegno psicologico con le detenute; attività diagnostica; definizione del progetto terapeutico; prescrizione e somministrazione della terapia farmacologica; attivazione di programmi di risocializzazione e formazione interna all’istituto anche con il budget salute con attività collettive; proposte per misure alternative alla detenzione e attivazione di accoglienza e ricovero presso il CSM o presso il servizio psichiatrico di diagnosi e cura in caso di incompatibilità temporanea.

Eventi critici e sistema disciplinare

Non sono stati rilevati eventi critici che abbiano interessato le donne detenute in questa struttura.

Maternità

Non ci sono spazi appositi per ospitare donne detenute con prole al seguito. Qualora giunga in istituto una donna incinta o con bambino viene predisposto un differimento pena o trasferita presso idonea struttura.

Scuola, lavoro e formazione professionale

Per le donne è previsto un corso di alfabetizzazione erogato dal CPIA di Trieste frequentato da 4 donne. Nel 2022 la Regione Friuli Venezia Giulia non ha pubblicato il bando per il finanziamento dei corsi di formazione professionale gestiti da enti accreditati. Tale bando è stato pubblicato nel 2023 e sono stati pertanto presentati dei progetti per cui si attende ancora il finanziamento. Nei primi mesi del 2023 era attivo un corso di cucina base frequentato da 6 donne, mentre si era appena concluso un corso di acconciatura base seguito da 4 donne. Per quanto riguarda invece il lavoro, soltanto 1 delle donne presenti in istituto è impiegata alle dipendenze dell’Amministrazione penitenziaria, mentre nessuna di esse lavorava per datori di lavoro esterni.

Attività ricreative, culturali e sportive

In relazione alle attività sportive, il 21 marzo 2023 inizierà il corso di ginnastica tenuto da due insegnanti del CONI, che avrà una durata di 10 settimane. Riguardo le attività ricreative, una volontaria una volta a settimana tiene un corso di maglia ad uncinetto. Nel 2022 si è svolto un laboratorio di composizione floreale della durata di 4 ore. Si tiene un’attività cineforum con l’ausilio di alcuni volontari. Altri progetti sono in fase di attivazione. Non si svolgono attività in comune tra uomini e donne detenute.

Contatti con l’esterno

I colloqui si svolgono il mercoledì e il sabato, solo in orario mattutino e sono prenotabili telefonicamente. Si svolgono videochiamate Whatsapp che si aggiungono ai colloqui in presenza.