Primo rapporto sulle donne detenute in Italia

Sezione per donne trans negli Istituti penali di Reggio Emilia

Sezione per donne trans negli Istituti penali di Reggio Emilia

Sezione per donne trans negli Istituti penali di Reggio Emilia

1024 576 Primo rapporto sulle donne detenute in Italia

Sezione per donne trans negli Istituti penali di Reggio Emilia

Indirizzo: Via Settembrini 8, 42123 Reggio Emilia
Telefono: 0522 331666
Email: [email protected]
PEC: [email protected]
Tipologia: sezione per donne trans in Casa Circondariale maschile
Dislocazione: extraurbana

Aspetti identificativi e problematiche

All’interno degli istituti penali di Reggio Emilia è presente un sezione per donne transgender, l’unica in regione. Al momento della visita le persone presenti nella sezione erano 11. L’eterogeneità dei circuiti detentivi presenti a Reggio Emilia (sia maschili che femminili) produce una serie di difficoltà, soprattutto in relazione all’offerta trattamentale che pare decisamente più carente all’interno del femminile e della sezione per donne transgender. Non vi sono corsi scolastici o professionali a loro dedicati. La Direzione e l’Area educativa ritengono che la presenza di sezioni come queste, con numeri particolarmente bassi, non permettano di investire adeguatamente le già poche risorse presenti in tema di trattamento tanto che ritengono che, quantomeno la sezione per donne transgender, andrebbe chiusa.

Struttura

La struttura, in costruzione dal 1980 e aperta nel 1994, si presenta globalmente in discrete condizioni. Si raggiunge con la linea autobus n. 3 dalla stazione ferroviaria. La sezione (denominata “Orione”) si trova nello stesso edificio del complesso penitenziario in cui si trova anche la sezione femminile e l’Articolazione per la Tutela della salute mentale maschile. Questa collocazione permette alle donne transgender di svolgere alcune attività insieme alle donne detenute nella sezione femminile.

Spazi detentivi e spazi comuni
Le celle appaiono in discrete condizioni e non presentano la schermatura alle finestre. Il wc è in ambiente separato, ma non è rilevato se ci sia il bidet in tutte le celle. Le docce sono comuni e gravate da evidenti problemi di umidità.
Gli spazi per le attività si presentano in un generale stato di incuria, in particolare risulta fortemente problematico quello della palestra che, seppur piuttosto grande, presenta qualche danno sia al pavimento che al soffitto ed al sistema di aerazione e riscaldamento. Viene riferito però che sono in programma dei lavori di ristrutturazione. Le aree comuni presenti risultano davvero di piccole dimensioni e poco luminose essendo collocate al piano terra. Vi è un laboratorio che è stato in passato utilizzato per la realizzazione di mascherine, che però è piccolo e angusto, così come la biblioteca. E’ presente altresì una piccola sala polifunzionale da utilizzare in occasione di eventuali attività. I passeggi sono piccoli e sprovvisti di copertura. All’esterno è presente anche un piccolo orto.

Donne detenute

Al momento della visita le donne presenti nella sezione erano 11. La Direzione e l’Area educativa ritengono che la presenza di sezioni come queste, con numeri particolarmente bassi, non permettano di investire adeguatamente le già poche risorse presenti in tema di trattamento tanto che a loro avviso, quantomeno la sezione dedicata alle donne transgender, andrebbe chiusa.

Personale

Mentre lo scorso anno risultava in missione da un altro istituto, attualmente la Direttrice di Reggio Emilia (Dott.ssa Lucia Monastero) è impiegata solo per questo penitenziario. Non vi è un vice direttore incaricato. Dei 5 funzionari giuridico-pedagogici previsti in pianta organica, ne sono effettivamente presenti 4. Viene riferito inoltre che per un lungo periodo è stato presente un unico funzionario con notevoli conseguenze dal punto di vista della gestione dei percorsi trattamentali. In merito alla Polizia penitenziaria mancano soprattutto figure quali ispettori e sovrintendenti (in pianta organica rispettivamente 28 e 35 mentre effettivamente presenti 10 e 10). Fanno ingresso, inoltre, mediatori linguistici e culturali messi a disposizione dal Comune. Oltre al cappellano entrano in istituto i ministri di culto dei Cristiani evangelici e degli Ortodossi. Il Magistrato di sorveglianza entra in istituto senza regolarità, solo per casi eccezionali o di particolare gravità. Ha infatti effettuato l’ingresso l’ultima volta a marzo 2020, a seguito delle rivolte. Negli anni ha fatto alcuni video collegamenti: 4 nel 2020, 4 nel 2021 e 2 nel 2022.

Salute

Nell’istituto è presente un medico disponibile h24. Grande carenza è registrata nei servizi per la salute mentale, sia psichiatrici che psicologici. A tal proposito, viene segnalato che molti degli eventi critici registrati in istituto avvengono all’interno della sezione per persone transgender.

Lavoro, scuola e attività

La sezione per donne transgender condivide con la sezione femminile la scarsità di attività, scolastiche, lavorative e ricreative. Fortemente problematica l’assenza di corsi scolastici nella sezione per donne transgender, dove è possibile unicamente fare qualche ora di attività di dopo scuola. Nel 2021 si è tenuto un corso di formazione per parrucchiere e barberia che ha coinvolto sia le donne della sezione femminile che le donne transgender. Non sono state rilevate ulteriori offerte trattamentali. Nel 2022, infatti, non risultavano più attivi corsi scolastici o di formazione professionale in nessuna delle due sezioni. Tra le attività culturali e ricreative previste si segnalano le attività gestite da UISP e il laboratorio teatrale, dedicate alla totalità della popolazione e dunque anche alle donne transgender, di cui però non è registrato il numero di partecipanti. Si tratta comunque di esperienze significative in quanto sono le uniche nell’ambito delle quali è permesso l’incontro tra sezioni.

Contatti con l’esterno

I colloqui si svolgono tutti i giorni compreso il sabato, ma non la domenica, e soltanto nelle ore mattutine. Sono prenotabili sia di persona che via telefono o internet. E’ prevista poi la possibilità di effettuare videochiamate in aggiunta ai colloqui in presenza, della durata di circa 30 minuti.