Primo rapporto sulle donne detenute in Italia

Sezione per donne trans nella Casa Circondariale di Ivrea

Sezione per donne trans nella Casa Circondariale di Ivrea

Sezione per donne trans nella Casa Circondariale di Ivrea

1024 576 Primo rapporto sulle donne detenute in Italia

Sezione per donne trans nella Casa Circondariale di Ivrea

Indirizzo: Corso Vercelli 16, 10015 Ivrea (TO)
Telefono: 0125 614311
Email: [email protected]
PEC: [email protected]
Tipologia: sezione per donne trans in Casa Circondariale maschile
Dislocazione: extraurbana

Aspetti identificativi e problematiche

All’interno della Casa Circondariale maschile di Ivrea, vi è una sezione per donne transgender. A fronte di una capienza regolamentare di 20 posti, al momento della visita la sezione ospitava 7 donne. Le condizioni generali delle celle sono critiche e non sono garantiti i 3 mq calpestabili a persona.
Le visite specialistiche di cui le donne transgender hanno bisogno sono fruite dal CIDIGeM (Centro Interdipartimentale Disturbi Identità di Genere) di Torino. La distanza rende però difficile che vengano effettivamente seguite con regolarità. Per questo motivo, la sezione per donne transgender di Ivrea potrebbe essere spostata presso un altro istituto, territorialmente più vicino al CIDIGeM. Non sono presenti attività ricreative. Nessuna donna risultava iscritta a corsi scolastici, mentre alcune lavoravano alle dipendenze dell’Amministrazione.

Struttura

Aperto nel 1981, l’edificio necessita di importanti interventi di manutenzione straordinaria. La sezione si trova al quarto piano dell’ala sinistra, di fronte alla sezione maschile per persone in art. 21 OP e in semilibertà.

Spazi detentivi e spazi comuni
La sezione è di dimensioni inferiori rispetto alle altre dello stesso istituto. Come nelle altre sezioni, le condizioni generali delle celle visitate sono critiche: non sono garantiti i 3 mq calpestabili a persona. Gli arredi sono degradati e i muri in cattivo stato; le finestre presentano schermature. Ogni cella ha un bagno separato con il wc, ma senza bidet e senza acqua calda. Nello stesso è stato ricavato uno spazio attiguo al lavandino dove le persone detenute cucinano in condizioni igieniche discutibili. Le docce sono comuni, site fuori dalle celle, presentano infiltrazioni e muffe e sono tutte prive di vetri alle finestre. Non c’è uno spazio appositamente dedicato alla socialità.

Donne detenute

La sezione ospita attualmente 7 donne transgender, di cui soltanto una è italiana. Tutte le altre sono di nazionalità straniera, provenienti principalmente dal Brasile. Una donna è autorizzata al lavoro all’esterno ex art. 21 OP. Sono tutte donne detenute in regime comune.
Viene segnalato che per qualche tempo è stata presente in sezione anche una donna transgender internata, la quale lavorava in art. 21 OP all’interno della struttura, assieme agli uomini detenuti.

Personale

Il Direttore, in missione da altro Istituto, è Alberto Valentini e non sono previsti vicedirettori. Sono presenti 4 funzionari giuridico-pedagogici sui 6 previsti in pianta organica, mentre sono 173 gli agenti della Polizia penitenziaria presenti, sulle 182 unità previste. Il personale dell’area educativa è affiancato da 2 psicologi ex art. 80 e dalla mediatrice linguistica e culturale che garantisce un servizio di 6 ore settimanali per le lingue: arabo, ingese e francese. L’intervento di quest’ultima è molto apprezzato specie per l’apporto che offre in occasione delle relazioni di sintesi. Viene auspicata la possibilità di attivare una collaborazione più efficace sia con le assistenti sociali dell’UIEPE. di Torino che è territorialmente competente, sia con l’Ufficio di Sorveglianza di Vercelli. Il Magistrato di sorveglianza fa ingresso senza regolarità, solo per casi eccezionali o particolari. Fanno regolarmente ingresso, oltre al cappellano cattolico, un ministro cristiano evangelico, un ministro ortodosso e i Testimoni di Geova. I volontari ex art.78 OP autorizzati a svolgere attività con la popolazione detenuta sono 12.

Salute

Nella struttura di Ivrea non è presente un endocrinologo e le visite specialistiche di cui le donne transgender hanno bisogno sono fruite dal CIDIGeM (Centro Interdipartimentale Disturbi Identità Di Genere) di Torino, il quale offre un servizio a 360 gradi: dalla somministrazione delle terapie ormonali all’assistenza psicologica.
Da quanto viene riferito, però, questo rende molto difficile che le donne siano effettivamente seguite con regolarità. Infatti le visite specialistiche dovrebbero essere effettuate a Torino e le traduzioni dall’istituto al centro clinico sono spesso molto complesse per mancanza di personale. Per questo motivo la sezione per donne transgender potrebbe a breve essere spostata presso un altro istituto territorialmente più vicino al CIDIGeM. Se non proprio a Torino, si cercherà di spostarla in un capoluogo di provincia, anche se attualmente non c’è nessun progetto ufficiale. Viene segnalato, inoltre, la presenza in sezione di due donne tossicodipendenti.

Lavoro, scuola e attività

Le donne transgender hanno la possibilità di seguire insieme alle altre persone detenute i corsi scolastici di scuola primaria o secondaria di primo grado. Al momento della visita però nessuna risultava iscritta. Viene riferito, infatti, che la priorità è il lavoro e alcune di loro (non è rilevato il numero preciso, ma sono la maggior parte) è assunta alle dipendenze dell’Amministrazione penitenziaria e svolge attività di pulizia della struttura.
Per quanto riguarda le attività ricreative, invece, attualmente nessuna risulta attiva. Viene riferito che in passato le donne hanno partecipato a un corso di maglia e cucito e ad un laboratorio dove venivano confezionati borse e accessori di bigiotteria, organizzato dalla cooperativa “Pecora Nera”, la quale però attualmente non lavora più all’interno dell’istituto. Tali attività venivano svolte all’interno della sezione e non coinvolgevano le altre persone detenute.

Contatti con l’esterno

I colloqui, prenotabili telefonicamente, si svolgono anche nel fine settimana ma non nel pomeriggio. Vengono concesse videochiamate (di durata superiore ai 30 minuti), in sostituzione dei colloqui in presenza. Non esistono modalità di accesso a internet. Alcuni computer (senza connessione) sono lasciati ai detenuti con esigenze di studio o lavoro. In passato, infatti, era stato istituito un corso ITIS di informatica che permetteva agli studenti di utilizzare il computer. Tuttavia, a seguito della sua soppressione, gli apparecchi in dotazione agli studenti sono stati requisiti. Molte persone detenute ne chiedono ora la restituzione.