I costi della detenzione

I costi della detenzione

1024 538 Ventesimo rapporto sulle condizioni di detenzione

I costi della detenzione

Parte della nostra analisi si concentra, annualmente, sui fondi messi a disposizione dell’Amministrazione Penitenziaria all’interno del bilancio di previsione del Ministero della Giustizia. Tale apporto di spesa sembra aver assunto, nel corso del tempo, un andamento crescente seppur con incrementi piuttosto lievi a fronte delle esigenze espresse dal mondo penitenziario.

La quota destinata al DAP è pari a circa €3,3 miliardi, con un incremento rispetto allo scorso anno di circa €19,6 milioni

Nell’ambito delle previsioni di bilancio relative al periodo 2024-2026 vediamo che la spesa complessiva a disposizione del Ministero della giustizia ammonta, per il 2024, a circa €11 miliardi, in aumento rispetto alle previsioni dello scorso anno. Sul totale, la quota destinata al DAP è pari a circa €3,3 miliardi, con un incremento rispetto allo scorso anno di circa €19,6 milioni e che costituisce il 30,3% dei fondi complessivi a disposizione del Ministero. Tale ultimo dato sembra attestarsi in costante riduzione nel corso del tempo, seppur in termini minimi (appena il -0,2% del dato rilevato nel 2023).

Guardando alla spesa media per persona detenuta si registra nuovamente una riduzione: considerando la popolazione detenuta al 31.03.2024 (61.049) tale costo scenderebbe dagli €160,93 dello scorso anno agli attuali €150,28. Si ha, evidentemente, una riduzione del costo a fronte di un costante aumento delle presenze della popolazione detenuta, 56.674 unità al 30 aprile 2023 a fronte delle attuali 61.049 persone detenute.

Passando ad un’analisi maggiormente approfondita delle ripartizioni di spesa all’interno del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, il quantitativo maggiore di fondi continua ad essere indirizzato in favore della polizia penitenziaria, ben il 62,6% del totale (+0,6% rispetto allo scorso anno). Seguono le spese per accoglienza, trattamento penitenziario e politiche di reinserimento delle persone sottoposte a misure giudiziaria (9,5% del totale), le spese per i servizi tecnici e logistici connessi alla custodia delle persone detenute (8,9%) e le spese per il personale amministrativo e i magistrati (8,4%).

La voce che ha fatto registrare un incremento di spesa maggiore è quella relativa al personale amministrativo e magistrati (+8,5%), mentre gli altri investimenti hanno ricevuto incrementi minimi con alcuni casi di riduzioni anche importanti: si fa riferimento alla voce afferente la realizzazione di nuove infrastrutture, potenziamento e ristrutturazione nell’ambito dell’edilizia carceraria (-10,8%) – nonostante la narrazione che si riscontra rispetto alla necessità di investire in nuove strutture penitenziarie e nuovi padiglioni come parte della soluzione al problema del sovraffollamento – e alla voce di spesa relativa al supporto per l’erogazione dei servizi penitenziari (-8,6%) che rappresenta, sul totale, appena lo 0,7%.

Uno scarto in negativo di circa €5,9 milioni si riscontra, altresì, nella voce di costo afferente le spese per la fornitura del vitto alle persone detenute e internate.

Analizzando più da vicino alcune voci di spesa, si riscontra una riduzione di circa €9,6 milioni nel costo afferente i fondi destinati ai canoni, alle utenze, alla riparazioni mobili e arredi, al funzionamento del servizio sanitario e farmaceutico e al mantenimento di detenuti tossicodipendenti presso comunità terapeutiche, così come nei fondi destinati al trasporto delle persone detenute e degli internati, con una riduzione di circa €500mila. Tale ultima voce, a fronte di un disagio sempre maggiore legato alla necessità di reperire personale di scorta per le traduzioni della popolazione detenute, si muove in senso opposto, facendo registrare una costante diminuzione degli investimenti nel settore nel corso del tempo. Uno scarto in negativo di circa €5,9 milioni si riscontra, altresì, nella voce di costo afferente le spese per la fornitura del vitto alle persone detenute e internate.

Nell’ambito dei fondi destinati all’accoglienza, al trattamento penitenziario e alle politiche di reinserimento, la relativa voce ha subito una riduzione dei fondi complessivi di spesa (-1,5%). Vi rientrano, ad esempio, le spese riguardanti le politiche di reinserimento delle persone detenute (ridotte di circa € 200 mila, anche tale voce in costante diminuzione nel corso del tempo), le spese per mercedi ai detenuti lavoranti (in aumento di circa €4,9 milioni) così come le spese destinate agli sgravi fiscali e alle agevolazioni alle imprese che assumono persone detenute o internate (in diminuzione di 2 milioni esatti).

In aumento, invece, i fondi destinati all’implementazione e riqualificazione di impianti e attrezzature per l’allestimento di laboratori e opifici, con l’obiettivo di ampliare le lavorazioni penitenziarie nelle strutture detentive (+€700 mila circa), unica voce in aumento nel capitolo afferente i servizi delle industrie e delle bonifiche agrarie degli istituti di prevenzione e di pena.

Nella relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2024 viene affrontato anche il tema dell’edilizia penitenziaria e di quelli che saranno gli interventi volti ad aumentare i posti regolamentari a disposizione. Sotto il profilo dell’edilizia penitenziaria, sembra che la direzione sia quella di concentrarsi maggiormente sulla riqualificazione e valorizzazione del patrimonio demaniale che verrà conferito all’Amministrazione penitenziaria, indicandosi espressamente tra gli obiettivi quello di agire per tamponare il crescente sovraffollamento, oltre a quello del miglioramento delle condizioni di vivibilità tanto delle persone recluse quanto degli operatori penitenziari.

Sull’aumento dei posti regolamentari si sono evidenziate, sempre nella relazione, due principali linee di intervento: la realizzazione di nuovi padiglioni all’interno di istituti già esistenti e la manutenzione delle sezioni attive.

Sull’aumento dei posti regolamentari si sono evidenziate, sempre nella relazione, due principali linee di intervento: la realizzazione di nuovi padiglioni all’interno di istituti già esistenti e la manutenzione delle sezioni attive. Tali obiettivi, si esplicita nella relazione, verranno perseguiti attraverso l’assegnazione ai Provveditorati regionali dell’Amministrazione penitenziaria di parte delle risorse assegnate ai seguenti capitoli: 7300 (investimenti), 7301 (manutenzione straordinaria) e 1687 (manutenzione ordinaria).

Interessante notare come per i capitoli di spesa sugli investimenti e la manutenzione straordinaria – rientranti nell’ambito della voce afferente la realizzazione di nuove infrastrutture, potenziamento e ristrutturazione nell’ambito dell’edilizia carceraria, di cui si è già rilevata la riduzione – siano previste inferiori destinazioni di fondi, rispettivamente -€14,2 milioni e -€6,6 milioni, cui si aggiunge la riduzione degli investimenti nel capitolo 7304 afferente alla digitalizzazione, lo sviluppo informativo e il cablaggio delle infrastrutture di rete negli istituti penitenziari (-€3,1 milioni). Il capitolo relativo alla manutenzione ordinaria, invece, ha registrato un incremento rispetto al 2023 di €1,1 milioni.

Passando all’analisi delle voci di bilancio contenute all’interno delle previsioni di spesa per il Ministero dell’Economia e delle Finanze, di interesse rispetto al tema trattato sono quelle afferenti alle riparazioni per ingiusta detenzione ed errore giudiziario e quelle relative alla c.d. Legge Pinto (legate alle violazioni relative all’irragionevole durata dei processi). Si guarda, in particolare, a tre voci di spesa che rivestono un certo rilievo per il settore del procedimento penale e dell’esecuzione penitenziaria: 1) spese obbligatorie di giudizio nei casi di riparazione per ingiusta detenzione ed errore giudiziario; 2) somme da corrispondere a titolo di equa riparazione e risarcimenti per ingiusta detenzione nei casi di errori giudiziari; 3) somme da corrispondere a titolo di equa riparazione per violazione del termine di ragionevole durata del processo e per il mancato rispetto della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, ivi comprese le spese legali e gli interessi. Tutte e tre le voci indicate, rispetto agli investimenti dello scorso anno, sono rimaste invariate; si parla, rispettivamente € 800 mila, 50 milioni e 70 milioni.

Il bilancio consuntivo di tali voci di spesa ha evidenziato per le spese obbligatorie di giudizio nei casi di riparazione per ingiusta detenzione ed errore giudiziario una somma corrisposta pari a circa € 612,5 mila, a fronte degli 800 mila stanziati; per le somme a titolo di equa riparazione e risarcimenti per ingiusta detenzione nei casi di errori giudiziari, una somma corrisposta pari a €37,3 milioni, con un importo stanziato pari a €50 milioni e con un incremento rispetto al 2021 di circa €12 milioni; infine, per le somme previste a titolo di equa riparazione per violazione del termine ragionevole del processo e per il mancato rispetto della convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, ivi comprese le spese legali e gli interessi, sono stati corrisposti circa €57,6 milioni a fronte dei 70 milioni stanziati. Per tutte e tre le voci indicate si nota un incremento di somme corrisposte rispetto al 2021, seppur in alcuni casi con una variazione minima, il che denota una tendenza piuttosto preoccupante che dimostra la persistente difficoltà degli uffici giudiziari di far fronte alla mole di procedimenti attivi.

Dipartimento di Giustizia Minorile e di Comunità

In conclusione, si ritiene opportuna una breve disamina dei fondi dedicati, all’interno del bilancio di previsione del Ministero della giustizia, ai minori e giovani adulti e all’area penale esterna. Per il 2024 circa €427,3 milioni sono riservati a tale capitolo di spesa, il 3,9% del totale dei fondi indirizzati al Ministero, in aumento del 15,8% rispetto al 2023.

Tra questi, la maggior parte dei fondi sono destinati alle spese per il personale amministrativo e magistrati, pari al 57,2% del totale, voce che continua a registrare degli incrementi nel corso degli anni (+19,1% rispetto al 2023), a dimostrazione della circostanza che presumibilmente con l’espressione “personale amministrativo” si intende ricomprendere tutto il personale impiegato presso gli Uffici di Esecuzione penale esterna che convoglia la maggiore forza lavoro, dovendosi occupare delle persone collocate in misura alternativa, di attività di indagine, consulenza, messa alla prova. Tali uffici continuano a lamentare la profonda carenza di personale – rilevata anche guardando alla discrepanza tra la presenza effettiva all’interno degli istituti e le previsioni in pianta organica del personale – e richiedono pertanto consistenti interventi nel settore. Si continua, tuttavia, a non avere la disponibilità del dettaglio della ripartizione dei fondi per cui non è possibile spingersi ad effettuare un’analisi maggiormente approfondita di tale aspetto.

Seguono le spese per il personale di polizia penitenziaria (19,4%) – anche tale voce in aumento rispetto allo scorso anno (+9,2%) seppur, nel complesso della voce del Dipartimento, incide in misura leggermente inferiore rispetto al 2023 (-1,2%) – e le spese per il trattamento, gli interventi e le politiche di reinserimento delle persone sottoposte a misure giudiziarie (12,4%). Anche tale ultima voce è in aumento rispetto allo scorso anno (+7,3%) ma incide, a sua volte, in misura inferiore sul complessivo investimento destinato al Dipartimento (-1%).

In linea con quanto rilevato negli scorsi anni, i fondi destinati alla realizzazione di nuove infrastrutture, potenziamento e ristrutturazione per la giustizia minorile e di comunità, hanno subito un consistente incremento

In linea con quanto rilevato negli scorsi anni, i fondi destinati alla realizzazione di nuove infrastrutture, potenziamento e ristrutturazione per la giustizia minorile e di comunità, hanno subito un consistente incremento di fondi (+48,1%), voce che rappresenta l’aumento maggiore rilevato, attestandosi su un investimento di €26,5 milioni a fronte dei circa €17 milioni dello scorso anno. Ciò nonostante, incide in misura pari a solo il 6,2% sulle complessive voci di spesa (dato in aumento rispetto al 4,9% del 2023). Tale consistente incremento si può collegare ai finanziamenti previsti dal Piano Complementare al PNRR (contenuto nel D.L. 59/2021, convertito dalla legge 1 luglio 2021, n. 101). In tale prospettiva, si punta a costruire e migliorare padiglioni e spazi detentivi affidandone la realizzazione al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti tramite i Provveditorati Interregionali per le Opere Pubbliche. Leggendo la relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2024, si afferma che i fondi complessivi previsti nel Piano Complementare sono di €48,9 milioni cui si aggiungono €9,4 milioni provenienti dal relativo fondo del Dipartimento. Guardando ai tempi di realizzazione, si è previsto l’avvio delle opere nel II trimestre del 2023 con conclusione dei lavori nel III trimestre 2026.

La riduzione più consistente ha interessato la voce afferente la cooperazione internazionale in materia minorile

La riduzione più consistente ha interessato la voce afferente la cooperazione internazionale in materia minorile (-12,9%), anche tale aspetto piuttosto costante nel corso del tempo, che rimane la voce ad incidenza inferiore (appena lo 0,01%). Sostanzialmente invariati, infine, gli investimenti nelle voci sul supporto per l’erogazione dei servizi per la giustizia minorile e di comunità e sulla Gestione del personale per il programma Giustizia minorile e di comunità (rispettivamente -0,8% e -0,01% gli investimenti in tali voci di spesa rispetto al 2023).