Costi

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1024 538 Diciannovesimo rapporto sulle condizioni di detenzione

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Mantenendo l’analisi intrapresa negli scorsi anni, è interessante incentrarne una parte sui fondi messi a disposizione dell’Amministrazione Penitenziaria nell’ambito del complessivo investimento di spesa posto all’indirizzo del Ministero della Giustizia che, come visto in precedenza, fa registrare una tendenza in aumento nel corso degli anni.

La quota destinata al DAP risulta pari a 3,3 miliardi, con un incremento rispetto allo scorso anno pari ad oltre 53 milioni (+1,6%)

Le somme messe a disposizione del Ministero della Giustizia, guardando alle previsioni di bilancio relative al periodo 2023-2025, per il 2023 ammontano a 10,9 miliardi, con un incremento rispetto allo scorso anno pari a quasi 870 milioni (+8,7%). Di tale investimento, la quota destinata al DAP risulta pari a 3,3 miliardi, con un incremento rispetto allo scorso anno pari ad oltre 53 milioni (+1,6%) ma che rappresenta, rispetto al totale delle somme a disposizione del Ministero, il 30,5% con uno scarto percentuale negativo rispetto agli importi destinati all’amministrazione penitenziaria negli ultimi anni (-2,1% guardando al 2022).

Anche la spesa media per detenuto sembra in diminuzione, passando dai 164,33 € del 2022 ai 160,93 € del 2023. Bisogna tenere presente che si tratta di una mera previsione basata sulla presenza delle persone detenute al 30.04.2023 (56.674 unità), in aumento rispetto alle presenze del 2022, e alle previsioni di spesa per il 2023 in relazione ai fondi destinati al DAP.

Nell’ambito dei fondi spesa devoluti al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria la maggior parte è indirizzata alla polizia penitenziaria (62%) confermando la tendenza dello scorso anno (63%), cui seguono le spese per accoglienza, trattamento penitenziario e politiche di reinserimento delle persone sottoposte a misure giudiziarie (9,7%) e le spese per servizi tecnici e logistici connessi alla custodia delle persone detenute (9,2%).

Continuano ad aumentare i fondi destinati al personale amministrativo e ai magistrati (+10,5%) mentre fa registrare uno scarto percentuale decisamente negativo il fondo spese destinato ai servizi tecnici e logistici connessi alla custodia delle persone detenute (-9,8%)

La voce di spesa che ha ricevuto l’incremento maggiore è quella relativa alla gestione e assistenza del personale del programma Amministrazione Penitenziaria (+27,4%) – che sul totale degli investimenti destinati al DAP rappresenta il 4% – così come una riserva elevata si è registrata in relazione ai fondi spesa afferenti al supporto per l’erogazione dei servizi penitenziari (+23,4%) – che sul totale rappresenta soltanto una percentuale pari allo 0,7%. Continuano ad aumentare i fondi destinati al personale amministrativo e ai magistrati (+10,5%) mentre fa registrare uno scarto percentuale decisamente negativo il fondo spese destinato ai servizi tecnici e logistici connessi alla custodia delle persone detenute (-9,8%). Rientrano in tale voce i fondi destinati alle utenze, alla riparazione di mobili e arredi, al servizio sanitario e farmaceutico, al mantenimento dei detenuti tossicodipendenti presso comunità terapeutiche, che sono stati oggetto di un lieve incremento (+5,4%), così come le somme destinate a far fronte ai ricorsi proposti dai detenuti e dagli internati che hanno subito un trattamento violativo del disposto dell’art. 3 CEDU, con un incremento pari a 200 mila euro. Diminuiscono invece i fondi destinati al trasporto delle persone detenute e degli internati e per il personale della scorta (-16,2%), che rappresenta un tema decisamente delicato in quanto l’assenza di scorta in alcune circostanze – quale la traduzione in ospedale delle persone detenute in concomitanza con la prenotazione di una visita e la conseguente necessità di riprogrammazione della stessa con i disagi che si possono ben immaginare – diffonde malcontento e frustrazione all’interno della popolazione detenuta.

Per ciò che concerne i fondi destinati all’accoglienza, al trattamento penitenziario e alle politiche di reinserimento, mentre in sede di redazione della bozza di bilancio la voce sembrava destinata a ricevere meno fondi rispetto allo scorso anno, ha infine registrato uno scarto positivo, seppur minimo (+1,9%). Rientrano, in particolare, nell’ambito della stessa le spese generali destinate alla rieducazione delle persone detenute, che hanno subito una contrazione pari ad 1,5 milioni, così come le spese per mercedi ai detenuti lavoranti, che fanno registrare un costante incremento nel corso degli anni seppur di entità lieve (+1,7% rispetto al 2022), e gli sgravi fiscali e agevolazioni alle imprese che assumono detenuti o internati negli istituti penitenziari rispetto ai quali la Legge di bilancio del 2022 ha introdotto un incremento pari a 6 milioni modificando la c.d. Legge Smuraglia e portando pertanto i relativi fondi a poco più di 21 milioni nell’ottica di favorire le imprese e i datori di lavoro intenzionati ad investire in tale settore.

Si registra al contempo una riduzione pari a 6 milioni nel capitolo di spesa relativo al mantenimento e all’assistenza dei detenuti

Si registra al contempo una riduzione pari a 6 milioni nel capitolo di spesa relativo al mantenimento e all’assistenza dei detenuti, in particolare alla voce relativa alle spese per la fornitura del vitto alle persone detenute ed internate ed, in generale, alle spese necessarie per il loro mantenimento.

Sempre in relazione al medesimo capitolo di spesa, aumenta di circa 2 milioni il fondo destinato ai servizi delle industrie e delle bonifiche agrarie degli istituti di prevenzione e di pena, rivolto in particolare alla riqualificazione di impianti e attrezzature per l’allestimento di laboratori e opifici con il fine di ampliare le lavorazioni penitenziarie nelle strutture detentive.

Continuano gli investimenti nell’ambito dell’edilizia carceraria, i cui fondi fanno registrare un incremento pari al 9,8%

Continuano gli investimenti nell’ambito dell’edilizia carceraria, i cui fondi fanno registrare un incremento pari al 9,8%. Aumenta di oltre 18,8 milioni il fondo spese destinato agli acquisti, l’installazione e l’ampliamento di immobili, strutture ed impianti per l’amministrazione penitenziaria mentre diminuisce di 3,8 milioni il fondo spese destinato alla manutenzione straordinaria degli immobili. Ancora, vengono investiti fondi per ulteriori 4,8 milioni in spese per la digitalizzazione, lo sviluppo informatico e il cablaggio delle infrastrutture di rete negli istituti penitenziari.

Tale capitolo del bilancio DAP continua a subire l’influenza del PNRR i cui fondi destinati ai progetti per la costruzione di nuovi padiglioni e per il miglioramento di quelli già esistenti sono strutturati in modo da coprire piani di intervento con fondi ripartiti su diverse annualità.

In conclusione, per porsi in linea di continuità con il lavoro svolto nel precedente rapporto, occorre citare ulteriori voci di bilancio, rientranti nel Bilancio del Ministero dell’Economia ma afferenti al più generale settore del procedimento penale e dell’esecuzione penitenziaria, vale a dire i fondi spesa destinati alle riparazioni per ingiusta detenzione ed errore giudiziario e quelle relative alla c.d. Legge Pinto e legate alla violazione dei termini di ragionevole durata dei processi. Il Capitolo di spesa si identifica in generale come “riparazioni pecuniarie per errori giudiziari, ingiusta detenzione, responsabilità civile dei giudici e violazione dei diritti umani” e le voci di spesa di nostro interesse sono sostanzialmente tre: 1) spese obbligatorie di giudizio nei casi di riparazione per ingiusta detenzione ed errore giudiziario; 2) somme da corrispondere a titolo di equa riparazione e risarcimenti per ingiusta detenzione nei casi di errori giudiziari; 3) somme da corrispondere a titolo di equa riparazione per violazione del termine di ragionevole durata del processo e per il mancato rispetto della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, ivi comprese le spese legali e gli interessi.

Le prime due voci sono rimaste invariate rispetto agli investimenti dello scorso anno, restando pari rispettivamente a 800 mila e a 50 milioni. Quanto all’ultima voce, invece, ha subito un lieve incremento – pari a 6 milioni – attestandosi a 70 milioni (+9,4%).

Rispetto a tale ultimo capitolo è interessante porre uno sguardo alla relativa voce di consuntivo, i cui dati più recenti disponibili risalgono al 2021. Per tale annualità i fondi posti a disposizione corrispondevano a 64 milioni e risultano corrisposti 57,2 milioni. Tale dato consente di effettuare un’osservazione: tra gli obiettivi del PNRR è emerso quello afferente la riduzione dell’irragionevole durata dei procedimenti con il fine di smaltire proprio il c.d. “arretrato Pinto” e in tale direzione si è mosso anche l’investimento legato al c.d. Ufficio per il Processo. Contestualmente, tuttavia, si assiste sia ad una spesa afferente proprio l’equa riparazione per la violazione della ragionevole durata del processo quasi equivalente ai fondi investiti – nel 2021 – e ad un incremento – per il 2023 – dei fondi stessi, secondo una linea di tendenza che sembra porsi in contraddizione rispetto all’obiettivo principale sopra evidenziato.

Dipartimento di Giustizia Minorile e di Comunità

Per ciò che concerne i fondi destinati ai minori, giovani adulti e, in generale, all’area penale esterna troviamo che, per il 2023, nell’ambito delle risorse destinate al Ministero della Giustizia, circa 369 milioni (3,4%) sono riservati al Dipartimento di Giustizia Minorile, in aumento del 21,4% rispetto al 2022.

In questo caso, la maggior parte dei fondi sono destinati alle spese per il personale amministrativo e magistrati (55,6%). Tale voce si presenta in deciso incremento rispetto allo scorso anno (+33,6%). Come già rilevato nei precedenti rapporti, la ragione di un tale consistente investimento di fondi verso un unico capitolo di bilancio si spiega, presumibilmente, in ragione della circostanza che con l’espressione “personale amministrativo” si intende ricomprendere tutto il personale impiegato presso gli Uffici di Esecuzione penale esterna che convoglia la maggiore forza lavoro dovendo occuparsi delle persone collocate in misura alternativa, attività di indagine, consulenza, messa alla prova. Gli uffici si trovano in costante carenza di personale e faticano a far fronte alle numerose richieste ed esigenze della platea di popolazione detentiva in attesa di accesso al sistema di esecuzione penale esterna per cui la costante richiesta di supporto ben si concilia con i continui investimenti nel settore, seppur continuano a non aversi dati puntuali rispetto all’effettiva ripartizione dei fondi e alla conseguente modalità di valutazione delle esigenze e di assunzione del personale da dislocare sul territorio in base alle esigenze locali.

Seguono le spese per il corpo di polizia penitenziaria (20,6%) il cui investimento è sostanzialmente in linea con quanto rilevato lo scorso anno (+1,6%); le spese in trattamento, interventi e politiche di reinserimento delle persone sottoposte a misure giudiziarie (13,4%), che ha ricevuto a sua volta un incremento di fondi rispetto allo scorso anno (+10,3%) seppur sul dato complessivo occupa una percentuale in diminuzione rispetto alla destinazione dei fondi (-1,3%). Come lo scorso anno, i fondi destinati all’edilizia penitenziaria nello specifico settore della giustizia minorile e di comunità hanno subito un deciso incremento (+67,8%) – il dato più elevato – raggiungendo oltre 17 milioni di investimenti ma coprendo come dato complessivo rispetto alla totalità delle somme messe a disposizione del Dipartimento solo il 4,9%. Una contrazione rispetto agli anni precedenti ha interessato la voce relativa alla cooperazione internazionale in materia minorile (-14,3%) che attualmente ricopre soltanto lo 0,02% del bilancio del Dipartimento mentre è rimasta sostanzialmente invariata la voce afferente il supporto per l’erogazione dei servizi per la giustizia minorile e di comunità.